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Covid 19

Perché il gruppo sanguigno può essere decisivo su contagio e gravità dell’infezione da coronavirus

Oltre agli ormai fattori noti per aggravare l’infezione da Sars-Cov-2 (età avanzata, sesso maschile e patologie preesistenti), esiste anche una predisposizione genetica, come quella legata all’espressione dl gruppo sanguigno. Il gruppo 0, ad esempio, sembra associato a un ridotto rischio di contrarre l’infezione, mentre le persone con gruppo A e AB sembrano sviluppare una forma più grave della malattia.
A cura di Valeria Aiello
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Ci sono persone più vulnerabili al coronavirus e altre che sembrano invece in qualche modo risparmiate dall’infezione. Una differenza che, fin dalle prime fasi di questa pandemia, ha spinto i ricercatori a identificare i fattori di rischio che possono aumentare il rischio di contagio e sviluppare una forma più grave di Covid-19.

Diversi studi hanno associato il rischio di forme più gravi di Covid-19 all’età avanzata, al genere maschile e alle patologie preesistenti, come le malattie cardiovascolari, l’obesità e il diabete. Tuttavia, oltre a questi fattori, diversi rapporti hanno indicato che la diversa suscettibilità all’infezione e gravità della malattia possano dipendere, almeno in parte, dalla predisposizione genetica. Una nuova conferma di questa ipotesi è arrivata da due recenti studi che hanno indicato l’esistenza di un legame tra il gruppo sanguigno e la suscettibilità all’infezione da coronavirus. In particolare, il gruppo sanguigno 0 sembrerebbe fornire una sorta di scudo protettivo nei confronti del contagio mentre le persone con gruppo A e AB sarebbero più suscettibili all’infezione e svilupperebbero una forma più grave di malattia. Perché?

Associazioni simili, fanno notare i ricercatori, erano già state osservate anche in Sars-Cov-1, l’agente virale responsabile dell’epidemia di Sars nel 2003. “In vitro – dicono gli studiosi – la presenza dell’anticorpo anti-A trovato nei soggetti con gruppo sanguigno 0 o B sembra influire nell’interazione tra Sars-Cov-1 e il recettore dell’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2) espresso dalle cellule bersaglio dell’ospite”. In altre parole, dal momento che anche il nuovo coronavirus Sars-Cov-2 si lega ad ACE2 per infettare le cellule umane, è ragionevole considerare che i gruppi sanguigni possano essere determinanti nella suscettibilità all’infezione.

A partire da queste premesse, i ricercatori hanno voluto determinare se il gruppo sanguigno fosse associato a indicatori clinici di gravità di Covid-19 (ad esempio necessità di ventilazione, ricovero in terapia intensiva, durata della degenza e mortalità) e determinare se al gruppo sanguigno fosse correlato lo sviluppo di forme gravi della malattia. Le indagini hanno indicato una maggiore suscettibilità all’infezione da Sars-Cov-2 nei soggetti con gruppo sanguigno A, B e AB e che i pazienti con gruppo sanguigno A o AB erano soggetti a un maggior rischio di sviluppare una forma grave di Covid-19. Una conclusione, quest’ultima, cui i ricercatori sono arrivati passando in rassegna i dati di 95 pazienti ospedalizzati, scoprendo che quelli con gruppo sanguigno A o AB richiedevano con maggior frequenza ventilazione meccanica per danni polmonari e dialisi per insufficienza renale rispetto alle persone con gruppo sanguigno 0.

Evidenze in parte già note in riferimento a Sars-Cov-1 e confermate anche per Sars-Cov-2, indicando che oltre ai fattori di rischio ormai noti, i fattori di tipo genetico possono contribuire a spiegare perché alcune persone sono più suscettibili all’infezione e possono sviluppare una forma più grave di malattia. D’altra parte, quanto osservato è solamente un’associazione e non una relazione causa-effetto, essendo i meccanismi alla base del legame tra gruppo sanguigno e gravità dell’infezione ancora da esplorare.

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