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Perché i vaccini sono più forti della variante Delta: la buona notizia che arriva dal Regno Unito

Secondo i nuovi dati della PHE, la progressione della variante B.1.617.2 (ex indiana) non è accompagnata da un aumento dei ricoveri nelle stesse proporzioni: “Il programma di vaccinazione continua a mitigare l’impatto di questa variante”.
A cura di Valeria Aiello
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Con circa il 62% della popolazione che ha completato la vaccinazione e il 77% che ha ricevuto almeno una dose, il Regno Unito sta toccando con mano l’impatto della campagna di immunizzazione. Nonostante la variante B.1.617.2, rinominata “Delta” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sia diventata quella dominante nel Paese britannico – dove attualmente rappresenta oltre il 90% dei casi di Covid-19 sequenziati – , la progressione non è accompagnata da un aumento dei ricoveri nelle stesse proporzioni. A sottolinearlo è la Public Health England, l’Agenzia del Dipartimento di Sanità e Assistenza britannico, ritenendo “incoraggianti” i risultati aggiunti attraverso le vaccinazioni. “I dati indicano che il programma di vaccinazione continua a mitigare l’impatto di questa variante” nella popolazione che ha ricevuto due dosi di vaccino, ha osservato l’ente governativo.

Nel dettaglio, i numeri della PHE indicano che su quasi 33mila casi di contagio da variante Delta dallo scorso febbraio, appena 223 persone hanno richiesto il ricovero in ospedale, di cui la maggior parte non era vaccinata o aveva ricevuto solo la prima dose. Riguardo invece ai decessi, su 42 vittime dell’infezione da variante Delta, 23 persone non erano vaccinate e 7 avevano ricevuto solo la prima dose.

Nel complesso, 20 contagi e 12 decessi si sono però verificati in persone completamente vaccinate: casi rari ma non inaspettati, hanno indicato gli esperti, evidenziando che nessun vaccino protegge al 100%, a maggior ragione nel caso della variante Delta che in parte ha dimostrato di ridurre l’efficacia della vaccinazione – secondo i dati della PHE, la vaccinazione è meno efficace del 17% contro la variante Delta rispetto alla variante Alpha dopo la prima dose. Tuttavia, dopo la somministrazione della seconda dose si osserva solo una ridotta riduzione dell’efficacia

Ad ogni modo, man mano che anche i più giovani verranno vaccinati, aumenterà la protezione contro la nuova variante. “La vaccinazione è la nostra migliore difesa” ha affermato la dottoressa Jenny Harries, amministratore delegato dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, precisando che, pur riducendo il rischio di malattie gravi, la vaccinazione non lo eliminerà del tutto perché la variante Delta è “significativamente più trasmissibile della variante Alpha (ex inglese, ndr)”.

Una considerazione supportata dalle stime della PHE e, che contrariamente ai recenti annunci del Ministro della Salute, Matt Hancock, che ha parlato del 40% in più di trasmissibilità, suggeriscono che la variante Delta del coronavirus è circa il 60% più contagiosa rispetto alla Alpha. La maggiore trasmissibilità spiegherebbe inoltre come l’attuale ondata di infezioni stia aumentando “più velocemente di quanto pensassimo” ha affermato alla BBC il professor Adam Finn, membro del Comitato congiunto per la vaccinazione e l’immunizzazione nel Regno Unito. Ma, ha aggiuto Finn, i vaccini “funzionano ancora. Più immunità di popolazione abbiamo, più piccola sarà questa ondata”.

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