Perché Halloween è una cosa seria
Le origini pagane
È noto come molti studiosi ritengano che l’origine di Halloween sia da ricercare in un'antica festa celtica: in particolare in Samhain, una delle due grandi feste del fuoco che, secondo James Frazer , marcavano il calendario dell’antico popolo. Ad Halloween, associata a concetti di oscurità quali la notte, il buio e la morte, rispondeva sei mesi esatti dopo Beltane, festività che prevedeva l’accensione di falò e che rimandava a riti di fertilità, chiaramente in relazione al periodo della primavera in cui veniva celebrata. Particolarità astronomica di entrambe le feste era quella di cadere in prossimità dei giorni che si trovano “a metà strada” tra l’equinozio e il solstizio.
Perché la maschera (o la zucca)?
Halloween, dunque, è la notte dedicata alle ombre dei morti le quali possono, per una volta all'anno, vagare indisturbate, nel mondo “di superficie”: una situazione “di passaggio” che presenta non pochi problemi per le società di esseri umani. Ecco quindi che la funzione della maschera, o del “doppio” in generale rappresentato dalla zucca antropomorfa, è quella principalmente di confondere l’anima del defunto, mostrando ad esso un’altra ombra ed impedendogli così di nuocere.
Il passaggio al mondo cristiano
Il nome Halloween nasce dalla contrazione di All Hallows Eve, ossia vigilia di Ognissanti. Ma quando si stabilì ufficialmente che I Santi andavano commemorati il 1° novembre? Nell'835 fu il Papa Gregorio IV a decretarlo, spostando il giorno di Ognissanti in autunno rispetto al 13 maggio in cui era stato celebrato fino ad allora: in quell'occasione la commemorazione fu estesa anche a tutti quei defunti che non avevano ancora raggiunto il paradiso e che, quindi, avevano bisogno di qualcuno che pregasse per loro. La data del primo novembre, all'epoca, era ormai acquisita in particolare dai Paesi di cultura germanica, ragion per cui tale decisione finì per creare continuità maggiormente con le tradizioni di questi territori.
Cosa c’era “prima” di Halloween?
In molti puntano il dito contro questa festa sostenendo che nulla abbia a che fare con la nostra cultura e che sia soltanto il frutto importato della globalizzazione. In realtà Halloween ha molti progenitori più o meno illustri nell'Italia rurale da nord a sud: basti pensare, solo per fare l’esempio più celebre, che in numerosissime località dove erano ben radicate antiche tradizioni, erano le anime dei defunti a portare i doni ai bambini e certamente non Babbo Natale (invenzione soltanto dei tempi recenti). E cosa regalavano le ombre ai più piccoli? Chiaramente, considerando che i tempi del consumismo e dei giocattoli di plastica erano ancora molto lontani da quel mondo arcaico, i più ricorrenti omaggi erano dolciumi e frutta candita. Il dolcetto c’era, mancava lo scherzetto ma, insomma, non è così difficile trovare un parallelismo nelle nostre stesse radici.
L'importanza di Halloween per la nostra mente
Halloween è la festa che mette in contatto il mondo del naturale con il soprannaturale: mentre la terra celebra il suo autunno, con tanto di zucche e mele, l’aldilà apre i suoi varchi per consentire, per una sola notte in tutto l’anno, il passaggio delle anime dei defunti. Ormai del tutto intrappolata nelle logiche del consumismo, ha perso molto del proprio fascino e del proprio valore antropologico: ma Halloween è stato soprattutto un modo per imparare a familiarizzare con le paure umane più diffuse e inestirpabili, prime tra tutte quella della morte e dell’aldilà. E per i bambini è ancora una festa fondamentale dal momento che, in un certo senso, aiuta a svilupparne la fantasia e l’immaginazione esattamente come le fiabe nelle quali c'è sempre quel momento in cui si prova un brivido di paura.