Perché Halloween è (ormai) anche la nostra festa
Benché siano trascorsi già diversi anni da quando Halloween è diventata una festa ormai familiare anche a noi – nessuno più si stupisce se compaiono zucche in ogni tipologia di negozi già da metà ottobre, né quando bambini urlanti vengono a bussare alla porta per "estorcere" dolci con le minacce – la nube di schiamazzi e polemiche che la anticipa e la accompagna resiste. Tenendo sempre presente che i soli protagonisti che potrebbero esprimersi su tale usanza sarebbero al massimo i bambini, certamente più coinvolti di chiunque altro in un gioco che comprensibilmente sembra divertirli, possiamo dividere i detrattori in due macro-categorie: da una parte ci sono dei generici lamentatori contro quella che "non è una nostra tradizione", "è solo una festa consumista" e quant'altro; dall'altra ci sono più o meno sporadiche manifestazioni di intolleranza di origine ecclesiastica che testimoniano un'attenzione nei confronti della festa presumibilmente maggiore di quella che probabilmente conferiscono ad essa gli stessi bambini.
Che Halloween sia una festa indissolubilmente legata al consumismo è fuor di dubbio: del resto cosa non lo sarebbe in quella che è detto "società del consumi"? Se davvero ci si volesse attaccare a questo assunto per tentare di minare le radici che sempre più affondano nel terreno tradizionale anche del nostro Paese, in nome di una presunta (ed improbabile) purezza originaria, dovremmo dimenticarci di San Valentino, tanto per dirne una, o rinunciare a quel candido signore anziano che porta i doni ai bambini a Natale: la figura di San Nicola, infatti, ha assunto le forme di Babbo Natale soltanto in un'epoca relativamente recente e, anzi, a volerla dire tutta in molti sostengono che la codificazione di alcune sue caratteristiche che oggi simbolizzano per noi il Natale per eccellenza (come il celebre vestito rosso) siano state opera della Coca-Cola poiché in origine Santa Claus indossava un abito verde. Dunque sì, Halloween è una festa che deve molto al consumismo, più o meno come qualunque idea e concetto del mondo occidentale dal secondo dopoguerra in poi senza eccezioni.
Anche che Halloween abbia origini pagane non si può negare: ma difficilmente si è sentito negli ultimi anni qualche fervente religioso scagliarsi contro il carnevale, la festa che, per eccellenza, sovverte l'ordine costituito, sostituendolo con il caos, in nome di un simbolico rinnovamento che, come in molti casi, prende come riferimento il calendario solare. Lo stesso Natale viene a coincidere proprio con le più antiche celebrazioni per il solstizio invernale (così come accade per il solstizio estivo con la notte dedicata a San Giovanni Battista, cugino di Gesù, nato sei mesi prima di lui) e, soprattutto, con i Saturnali romani, ciclo di festività che si svolgevano tra il 17 e il 23 di dicembre in onore di Saturno che prevedevano lo scambio di auguri e doni simbolici. Inoltre, giusto per non lasciare al caso alcuna "origine pagana", in epoca tardo-imperiale l'imperatore Aureliano rese ufficiale per la prima volta il culto del Deus Sol Invictus dedicato a Mitra, divinità "importata" nei culti misterici greci e romani, ma originaria dell'area indo-persiana: la data scelta, naturalmente non in maniera casuale, fu il 25 dicembre.
Questo non significa che siamo tutti pagani, mentre fino a ieri dovevamo dirci tutti cristiani ma, assai più banalmente, che le culture non sono statiche bensì sottoposte a costante evoluzione (ci piaccia o no), spesso soggette a mutamenti che possono giungere in virtù del contatto con altri popoli più o meno vicini o, magari, sopravvenire a causa di specifiche circostanze sociali e culturali. Halloween è arrivato in Italia innanzitutto attraverso decenni di film e telefilm americani: che sia esso un flagello non possiamo dirlo, almeno non prima di esserci interrogati sulla invadente presenza della televisione nelle nostre esistenze che, quella sì, di danni probabilmente ne fa un po' più di qualche corteo di bambini. Anzi, delle tante cose che ci sono state trasmesse, foriere spesso di usi e costumi di dubbio gusto, è difficile dire che sia proprio la peggiore.
Del resto Halloween risponde ad una tradizione antichissima e degna del massimo rispetto: il suo nome è la contrazione derivata da All Hallows Eve, ossia "la notte di Ognissanti". La simbologia della zucca è naturalmente legata al periodo dell'anno in cui tale ortaggio è abbondante; originariamente l'usanza prevedeva di creare delle maschere con delle rape, per ritrarre e celebrare le anime del Purgatorio, ben più sventurate dei Santi festeggiati il giorno successivo. La zucca ha sostituito con il tempo la rapa, dopo la sua importazione dalle Americhe al seguito dei coloni spagnoli. Lo scherzo costituisce un altro elemento simbolico legato al sovvertimento dell'ordine e al caos, assieme al mascheramento: nel medioevo erano i mendicanti che bussavano alle porte, chiedendo elemosine in cambio di preghiere per le anime dei morti che sarebbero state pronunciate per la commemorazione dei defunti del 2 novembre. L'origine legata a Samhain e al capodanno celtico è talmente remota da perdersi nella notte dei tempi: le celebrazioni servivano a dare il saluto al nuovo anno che entrava e al vecchio che si concludeva assieme ai cicli estivi nell'area delle isole britanniche. Ma il passaggio per farne, in ragione di ciò, una festa consacrata al "demonio" e alle "streghe" appare decisamente forzato: anche perché, andrebbe ricordato, le streghe non sono mai esistite se non nella mente di chi accusava delle sventurate di provocare malefici e sortilegi.