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Perché gli uccelli stanno perdendo la bussola

Basta un campo magnetico anche molto debole per interferire con i sistemi di orientamento del pettirosso: lo dimostra uno studio.
A cura di Nadia Vitali
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Sono molti i dispositivi, utilizzati quotidianamente dall'uomo, che potrebbero avere degli effetti negativi sul senso dell'orientamento spontaneo di alcune specie di uccelli, interrompendone addirittura i flussi migratori. Questo è quanto suggerito da un nuovo studio, curato da un gruppo di ricercatori tedeschi, che ha avuto modo di verificare come un campo elettromagnetico, anche debole, prodotto da strumenti collegati alla rete elettrica o dalla frequenza radio AM pssa interferire con la "bussola interna" di diversi animali: le conseguenze di tale esposizione potrebbero essere più gravi, comprensibilmente, quando gli uccelli si trovano a volare al di sopra di aree urbanizzate.

Una bussola incorporata

I risultati delle osservazioni svolte nel corso di sette anni sono stati resi noti attraverso un paper pubblicato dal giornale Nature; le ricerche sono state effettuate sotto la supervisione del professor Henrik Mouritsen, dell'università di Oldenburg in Germania, il quale al riguardo ha dichiarato: «In un primo momento ero molto scettico che potesse esserci questa spiegazione. Ma se si ha a che fare con effetti apparentemente improbabili, la prova necessita di essere schiacciante: ecco perché abbiamo condotto così tanti esperimenti durante questi sette anni ed abbiamo voluto prenderci del tempo prima di essere sicuri di rendere pubblici gli esiti dei nostri studi».

Molti uccelli, per percorrere miglia e miglia aeree lungo le proprie rotte attorno al globo, fanno affidamento su sistemi di orientamento che gli scienziati conoscono soltanto in parte: si ritiene che essi abbiano una sorta di bussola incorporata, in grado di percepire deboli segnali da parte del campo magnetico terrestre, che li aiuta a trovare la strada. Come facilmente accade anche alle bussole che servono agli uomini per trovare il nord, questi sistemi delicatissimi possono facilmente guastarsi o "impazzire" qualora ci sia qualcosa che interferisce con essi: nel caso dei volatili questo effetto sarebbe causato da campi elettromagnetici di bassa frequenza, presenti praticamente ovunque ci sia attività antropica che prevede l'utilizzo di dispositivi elettronici e, quindi, soprattutto nelle città. Questo almeno è quanto sostenuto dal Professor Mouritsen il quale, assieme al suo team, si è imbattuto quasi per caso in questa scoperta, mentre era intento a compiere alcuni studi sui pettirossi europei.

Uccelli disorientati

Per oltre quarant'anni, in diverse località del mondo, gli scienziati hanno portati avanti esperimenti per comprendere i meccanismi della navigazione degli uccelli. Il modello più elementare tra questi prevede una "gabbia di orientamento" all'interno della quale vengono posti i volatili i quali, istintivamente portati a migrare, iniziano a saltellare e muoversi in direzione del luogo verso il quale vorrebbero volare: a fornire loro tale direzione è proprio il "segnale" del campo magnetico terrestre. Eppure, oltre sette anni fa, nell'ateneo di Oldenburg è stata notata l'impossibilità di portare avanti l'esperimento: almeno fino a quando a qualcuno non è venuto in mente di schermare i capanni dove si trovavano gli animali con delle lamine di alluminio in grado di ridurre il rumore elettromagnetico di circa cento volte. Così, improvvisamente, gli uccelli hanno ripreso ad orientarsi.

Nel corso degli anni successivi, Mouritsen e colleghi hanno condotto ulteriori studi più accurati per cercare di comprendere in che modo il debole campo elettromagnetico avesse delle conseguenze sul comportamento dei pettirossi. Sostanzialmente è stato appurato come l'esposizione a rumore elettromagnetico di frequenza compresa tra 50 kHz e 5 MHz comporti la perdita del senso della direzione basato sul geomagnetismo: tale effetto era reversibile dal momento che bastava bloccare l'interferenza affinché recuperassero l'orientamento. Fortunatamente i volatili possono ricorrere anche ad altre "bussole" supplementari che prevedono come punti di riferimento il Sole e le altre stelle: cionondimeno, sorvolare aree molto popolate e urbanizzate causa loro parecchi problemi.

Un pettirosso resiste eroicamente al vento
Un pettirosso resiste eroicamente al vento

«Quali effetti sulla loro sopravvivenza?»

Lo studio si è guadagnato la copertina del numero settimanale di Nature, un dato che ne evidenzia l'importanza scientifica. Il lavoro ha infatti il merito di segnalare un preciso pericolo che, fino ad oggi, non era stato affatto percepito come tale: la soglia considerata a rischio per l'esposizione all'interferenza elettromagnetica è, infatti, decine di volte più alta e si ignorava che anche un segnale così debole potesse avere delle conseguenze negative. Ecco perché il Professor Mouritsen conclude: «Se gli uccelli vengono resi incapaci di utilizzare la loro bussola più significativa quando sono in città, quali saranno gli effetti sulla loro sopravvivenza?». Occorre infatti interrogarsi sulle possibilità di adattamento di questi piccoli animali, molti dei quali allietano le nostre campagne con il loro canto grazioso, per comprendere se verrà ancora consentito loro di continuare a spostarsi attorno al globo, seguendo il corso delle stagioni come ha sempre voluto la natura.

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