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Perché gli scienziati hanno dovuto dimostrare che gli antidepressivi funzionano

Un gruppo di ricercatori provenienti da tutto il mondo ha preso in analisi 522 studi sugli antidepressivi perché ci sono dubbi sulla loro efficacia contro la depressione.
A cura di Zeina Ayache
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Un gruppo internazionale di scienziati ha analizzato 522 studi sugli antidepressivi per dimostrare che funzionano perché fino ad oggi il dibattito sulla loro efficacia era ancora aperto e perché prendere in considerazione il maggior numero possibile di ricerche ha permesso di ridurre eventuali errori fatti nei singoli studi. Il risultato di questa ricerca non ci dice solo che questi farmaci effettivamente funzionano, ma ci fornisce anche un elenco di quelli che meno efficaci. Vediamolo insieme.

Quali funzionano e quali invece sono come il placebo. I ricercatori, al termine di quello che è considerato il più vasto studio mai effettuato sull'argomento, ci fanno sapere che:

  • gli antidepressivi più efficaci sono quelli che contengono agomelatina, amitriptilina, escitalopram, mirtazapina, paroxetina, venlafaxina e vortioxetina
  • gli antidepressivi meno efficaci sono invece quelli a base di fluoxetina, fluvoxamina, reboxetina e trazodone

Inoltre, la maggior parte degli antidepressivi più efficaci sono oggi fuori brevetto e quindi disponibili in forma generica.

Quali sono più o meno tollerabili. Lo studio ha inoltre permesso di distinguere gli stessi farmaci in più o meno tollerabili:

  • i più tollerabili sono quelli a base di agomelatina, citalopram, escitalopram, fluoxetina, sertralina e vortioxetina
  • i meno tollerabili sono quelli che contengono amitriptilina, clomipramina, duloxetina, fluvoxamina, reboxetina, trazodone e venlafaxina.

Dubbi sulla fluoxetina per i bambini e gli adolescenti. C'è un però. I ricercatori infatti ci fanno sapere che quanto scoperto da loro sui minori effetti della fluoxetina è in contrapposizione con quanto sostenuto da altri scienziati secondo cui è da considerarsi efficace per i bambini e gli adolescenti. Come è possibile? Le differenze, spiegano in quest'ultima indagini, potrebbero essere legate alle cause e i meccanismi che sono alla base della depressione per questa tipologia di pazienti. E non è tutto, secondo gli scienziati infatti: il numero di studi effettuati sui giovani è minore quindi i benefici relativi all'uso di antidepressivi per trattare la depressione sono da considerarsi ancora incerti.

Lo studio. La ricerca, intitolata “Comparative efficacy and acceptability of 21 antidepressant drugs for the acute treatment of adults with major depressive disorder: a systematic review and network meta-analysis” e pubblicata sulla prestigiosa rivista The Lancet, ha preso in considerazione i dati raccolti da 522 studi effettuati su 21 antidepressivi.

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