Perché è importante vaccinare anche gli adolescenti
Il prossimo passo della campagna vaccinale sarà quello di vaccinare gli adolescenti. Per la fascia di età compresa tra i 12 e 15 anni manca ancora il via libera dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA), ma se tutto andrà come negli Stati Uniti, dove il vaccino di Pfizer-Biontech ha già ottenuto l’autorizzazione della Food and Drug Administration (FDA) per gli adolescenti, la campagna di vaccinazione verrà rapidamente estesa anche a questa fascia di età. Il responso è atteso per il prossimo 28 maggio, sulla base dei dati della sperimentazione clinica che hanno evidenziato un’efficacia pressoché totale su 2.260 ragazzi, oltre che una robusta risposta anticorpale, senza particolari effetti collaterali e eventi avversi importanti.
Perché vaccinare gli adolescenti
L’opportunità di vaccinare gli adolescenti, quasi sempre asintomatici o che non sviluppano forme gravi di Covid-19, va considerata in un contesto che va ben oltre la protezione individuale. L’obiettivo della vaccinazione di questa fascia di età rappresenta uno step importante per contrastare la diffusione della malattia e arrivare a raggiungere l’auspicata immunità di gregge, ovvero la situazione in cui con un sufficiente livello di copertura vaccinale si possono considerare al sicuro anche le persone non vaccinate. La soglia minima ipotizzata è del 60-70% della popolazione, come sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ma che, in considerazione delle varianti più contagiose, potrebbe richiedere un’immunizzazione del 75-80%, ovvero un tasso che, al netto delle persone per cui il vaccino è controindicato, viene raggiunto solo estendendo la campagna vaccinale anche ai più giovani.
Come detto, l’obiettivo primario della vaccinazione degli adolescenti è quello di ridurre la circolazione del virus nella popolazione, quindi evitare che i ragazzi possano diventare veicolo di nuove infezioni nonché alimentare l’emergere di nuove varianti che, in una certa misura, potrebbero eludere l’efficacia dei vaccini negli adulti e soprattutto nelle fasce di popolazione più vulnerabili, come gli anziani e i più fragili.
Poter contare sulla vaccinazione per gli adolescenti sarà quindi utile a contenere la diffusione del patogeno, aiutando la ripresa in sicurezza delle attività scolastiche dopo un anno di didattica in presenza alternata con la Dad, e soprattutto compiere un passo significativo verso la fine della pandemia. L’ultimo step sarà rappresentato dalla vaccinazione dei più piccoli, che secondo quanto annunciato da Pfizer, per i bambini tra i 2 e gli 11 anni potrebbe arrivare già a settembre negli Stati Uniti e in Europa verosimilmente tra Natale e il 2022. Lo studio che valuta sicurezza e efficacia nei bambini di età compresa tra i sei mesi e gli 11 anni è attualmente in corso e i primi risultati sono attesi per l’estate.