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Per prevenire la violenza sui minori si studierà il DNA

Al via un progetto del CNR che punta ad analizzare le evidenze di tipo genetico ed epigenetico nei minori che hanno sviluppato neuropsicopatologie gravi in seguito ad abusi e maltrattamenti subiti.
A cura di Redazione Scienze
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Un progetto pilota è stato avviato dai ricercatori dell’Istituto di scienze neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche (Isn-Cnr) di Catania intitolato “Maltrattamenti e abusi sui minori: correlazioni cliniche, genetiche ed epigenetiche“.

Il lavoro punta ad analizzare ed approfondire le correlazioni cliniche e le eventuali evidenze di tipo genetico ed epigenetico nei minori che, in conseguenza a maltrattamenti ed abusi, hanno sviluppato psico-patologie comportamentali quali depressione e disturbo post-traumatico da stress o anche ansia e tendenza all’aggressività verso se stessi e gli altri. Lo studio è stato presentato dai ricercatori dell’Isn-Cnr al Senato della Repubblica ed ha ottenuto il consenso delle principali Società pediatriche italiane e delle Commissioni parlamentari.

L’epigenetica è una disciplina della biologia che si occupa di osservare i cambiamenti indotti da fattori ambientali che, pur non essendo in grado di modificare la struttura del DNA, finiscono per alterarne l’espressione. Secondo i ricercatori gli abusi subiti possono essere responsabili di alterazioni epigenetiche: lo studio di queste sarebbe, quindi, particolarmente utile per la diagnosi e la cura delle patologie correlate, consentendo così di attuare strategie di diagnosi, terapia e prevenzione.

Il fenomeno della violenza subita nell’infanzia spesso provoca un modello ciclico di comportamenti violenti che perdurano di generazione in generazione. Autorevoli review scientifiche e studi statistico-epidemiologici hanno definitivamente confermato che la frequenza degli individui adulti responsabili di atti di violenza sessuale nei confronti dei minori è maggiore in coloro che hanno subito a loro volta atti simili, anche rispetto a quelli vittime di altro genere di violenze. Inoltre è stato dimostrato che l’aumento di rischio di reiterazione è molto variabile in relazione a modalità e frequenza dell’abuso subito, ruolo intrafamiliare o extrafamiliare dell’abusante, supporto medico, stato socio-culturale, educazione scolastica e supporto psicoterapeutico. – Enrico Parano, responsabile scientifico del progetto e ricercatore Isn-Cnr

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in relazione alla violenza sui minori evidenziano che, solo in Europa, sono 18 milioni i minori che subiscono forme di violenza. In Italia ogni giorno quattro bambini sono vittime di abusi: un’analisi condotta su 16.000 segnalazioni giunte al Telefono Azzurro tra il 2008 e il 2013 hanno consentito di conoscere numeri più precisi. Su 8.885 forme di violenza accertate il 18,8% erano abusi psicologici e l’11% violenza fisica (di cui il 63% percosse, il 3,8% violenza sessuale e il 10,5% trascuratezza). Le vittime sono nella maggior parte bambine e adolescenti femmine (53%), percentuale che sale al 68,1% in caso di abusi sessuali.

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