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Per la prima volta abbiamo osservato una supernova dallo scontro tra un buco nero e una stella

La prova dell’esplosione stellare arriva dai dati raccolti dal Very Large Array (VLA) Sky Survey, un sistema di rilevamento astronomico situato nel New Mexico, che ha identificato alcuni anomali impulsi radio generati in dinamica di collisione finora solo teorizzata.
A cura di Valeria Aiello
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Illustrazione di una supernova / Caltech, credit: Chuck Carter
Illustrazione di una supernova / Caltech, credit: Chuck Carter

Lo scontro tra una stella e un buco nero (o una stella di neutroni) ha innescato un tipo di esplosione stellare, supernova, mai vista finora. La prova arriva dai dati raccolti dal Very Large Array (VLA) Sky Survey, un sistema di rilevamento astronomico formato da ventisette grandi telescopi nel New Mexico, che per la prima volta ha indirettamente osservato una dinamica di collisione finora solo teorizzata.

A ricostruire l’evento è stato un team internazionale di ricerca guidato dagli astronomi del California Institute of Technology (Caltech) che, esaminando il set di dati del 2017, ha individuato una sorgente di onde radio estremamente luminosa, (VT 1210+4956). Questa sorgente, spiegano in uno studio su Science intitolato “A transient radio source consistent with a merger-triggered core collapse supernova“, è legata al transiente radio più brillante mai associato a una supernova che, in quanto tale, ha alimentato il sospetto che il fenomeno astronomico fosse stato generato da un’esplosione diversa, per dinamica ed intensità, da quelle che osservate in precedenza.

Le stelle massicce di solito esplodono come supernove quando esauriscono il combustibile nucleare – ha spiegato il coautore dello studio, Gregg Hallinan, professore di astronomia al Caltech – . Ma, in questo caso, un buco nero o una stella di neutroni ha fatto esplodere prematuramente la sua stella compagna”. Questa è la prima volta che viene confermata una supernova innescata da una fusione.

In seguito alla scoperta dell’insolita sorgente luminosa, le successive analisi di spettroscopia radio e ottica hanno infatti permesso ai ricercatori di comprendere che la dinamica che ha innescato l’esplosione è avvenuta a 480 milioni di anni luce da noi, inizialmente originata da due stelle, nate appaiate a formare un sistema binario.

Una delle due, leggermente più massiccia, ha però completato il ciclo vitale più rapidamente della compagna, ed è esplosa in una supernova, lasciando al proprio posto un buco nero o una stella di neutroni. Gradualmente, la stella superstite e il nuovo corpo celeste hanno iniziato ad avvicinarci, fino allo sconto tra i due. L’impatto ha interrotto i processi di fusione e innescato così l’esplosione stellare.

Eravamo eravamo aperti alla possibilità di osservare eventi che non ci aspettavamo e abbiamo creato le condizioni per scoprire qualcosa di interessante, conducendo ricerche di larghe dimensioni, con una mentalità aperta, e tenendo conto di tutti gli indizi contestuali che potevamo raccogliere sugli oggetti che abbiamo trovato – ha aggiunto Dillon Dong, autore principale dello studio – . Ma tra le tante cose che immaginavamo di scoprire dalle rilevazioni di VLA, questa di certo non c’era”.

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