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Per il vaccino Covid di Moderna spunta un nuovo effetto collaterale

Si tratta di una reazione cutanea ritardata che si è verificata dai 4 agli 11 giorni dopo la prima dose e in alcuni casi anche dopo la seconda iniezione. Segnalata dai ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston, è stata osservata in dodici persone in seguito alla completa risoluzione dei sintomi locali e sistemici iniziali associati alla vaccinazione.
A cura di Valeria Aiello
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Un team di ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston, negli Stati Uniti,  ha segnalato l’insorgenza di un effetto collaterale associato alla somministrazione del vaccino anti-Covid di Moderna. La reazione, un’ipersensibilità cutanea ritardata, ampia e localizzata al sito di iniezione, si è verificata dai 4 agli 11 giorni dopo la prima dose in dodici persone, con esordio mediano all’8° giorno.

Queste reazioni si sono manifestate tutte vicino al sito di iniezione, dopo la completa risoluzione dei sintomi locali e sistemici iniziali associati alla vaccinazione – spiegano i ricercatori in una lettera pubblicata sul New England Journal of Medicine – . Avevano un aspetto variabile, di cui cinque erano placche (anulari, edematose o targetoidi) di diametro maggiore di 10 cm (grado 3)”. Nella maggior parte dei casi, la reazione è stata trattata con ghiaccio e antistaminici, sebbene alcuni pazienti abbiano richiesto corticosteroidi e un caso erroneamente trattato con antibiotici, con risoluzione dei sintomi in media dopo 6 giorni (2-11 giorni).

Reazioni cutanee ritardate al vaccino di Moderna / NEJM
Reazioni cutanee ritardate al vaccino di Moderna / NEJM

Reazione cutanea al vaccino di Moderna

Dato che né le reazioni locali al sito di iniezione né le reazioni di ipersensibilità di tipo ritardato sono controindicazioni alla successiva vaccinazione, tutti i 12 pazienti sono stati incoraggiati a ricevere la seconda dose e hanno completato il ciclo di immunizzazione con il vaccino di Moderna – aggiungono gli autori – . Sebbene la metà dei pazienti non abbia avuto una recidiva di ampia reazione locale, tre pazienti hanno manifestato una reazione ricorrente, simile a quella avuta dopo la prima dose, e altri tre pazienti hanno avuto una reazione di grado inferiore rispetto a quella avuta dopo la prima dose, con insorgenza media al 2° giorno (1-3 giorni)”.

Gli studiosi hanno inoltre spiegato che i campioni prelevati da biopsie cutanee hanno confermato che si trattava di una risposta immunitaria allergica ritardata che è generalmente osservata nelle reazioni avverse ai farmaci. “Crediamo sia una reazione legata al sistema immunitario che sta funzionando” ha affermato la professoressa Esther Freeman, direttrice della Global Health Dermatology del Massachusetts General Hospital, indicando che queste reazioni non dovrebbero comunque dissuadere le persone a ricevere il vaccino. “L’ipersensibilità cutanea ritardata potrebbe essere confusa, sia dai medici che dai pazienti, con un’infezione della pelle – ha però avvertito Erica Shenoy, responsabile associato dell’Infection Control Unit del Massachusetts General Hospital – . Questo tipo di reazione, tuttavia, non ha natura infettiva, quindi non dovrebbe essere trattato con antibiotici”.

Infine, notando come nei dati di fase 3 della sperimentazione del vaccino di Moderna si siano state osservate alcune reazioni di ipersensibilità cutanea ritardata (“sebbene le reazioni ampie, rosse, a volte a rilievo, pruriginose o dolorose non siano mai state completamente caratterizzate o spiegate” precisano i ricercatori), “il nostro obiettivo immediato – ha concluso Kimberly Blumenthal, autrice principale della lettera e co-direttrice del Programma di Epidemiologia Clinica nella Divisione di Reumatologia, Allergia e Immunologia del General Massachussets Hospital – è quello di rendere i medici e gli altri operatori sanitari consapevoli di questa possibile reazione ritardata, in modo che non si allarmino ma siano piuttosto ben informati e attrezzati per consigliare i loro pazienti di conseguenza

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