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Pazienti Covid salvati dalla CPAP: “L’uso precoce aumenta del 73% la probabilità di sopravvivenza”

La ventilazione meccanica nella gestione clinica dell’insufficienza respiratoria determinata dall’infezione da coronavirus è associata a un minor rischio di morte nei pazienti ospedalizzati quando fornita entro 4 giorni dal ricovero.
A cura di Valeria Aiello
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Un paziente Covid-19 trattato con CPAP / Getty
Un paziente Covid-19 trattato con CPAP / Getty
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La CPAP, la ventilazione meccanica a pressione continua positiva spesso utilizzata nel trattamento delle apnee del sonno, è associata a una più alta probabilità di sopravvivenza nei pazienti Covid quando fornita entro 4 giorni dal ricovero in ospedale. A fare il punto sull’efficacia del trattamento precoce nella gestione clinica dell’insufficienza respiratoria associata all’infezione da coronavirus sono i ricercatori della Lancester University che hanno analizzato le cartelle cliniche di oltre 500 pazienti con diagnosi di Covid-19 che hanno richiesto ricovero in ospedale tra il 17 marzo e il 18 maggio negli ospedali di Wrightington, Wigan e Leigh NHS Service Foundation Trust, in Inghilterra.

I risultati del loro studio, pubblicati sulla rivista scientifica BMJ Open Respiratory Research hanno indicato che la CPAP può rivelarsi un trattamento salvavita “quando fornita nelle prime fasi di ricovero, impedendo al paziente di peggiorare ed evitando quindi il ricorso a tecniche di ventilazione invasiva –  spiega il team di ricerca guidato dal dottor Abdul Ashish, consulente medico in malattie respiratorie e autore principale dello studio – . Essendo prontamente disponibile e facilmente utilizzata in reparto, abbiamo voluto dimostrare che il trattamento precoce può essere molto efficace nella gestione clinica della grave insufficienza respiratoria determinata dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2”.

Nello specifico, i ricercatori hanno calcolato che la CPAP è associata in maniera significativa a un minor rischio di morte, riducendo il potenziale danno polmonare che può manifestarsi nelle forme gravi di Covid-19. “Quando la CPAP è stata fornita entro 4 giorni dal ricovero in ospedale – si legge nei risultati dello studio – la probabilità di sopravvivenza è superiore al 73%”. Tuttavia, quando fornita successivamente, la CPAP non ha mostrato di poter prevenire il danno polmonare, portando così a un’ulteriore infiammazione e riduzione delle probabilità di sopravvivenza. “Un risultato – hanno concluso gli studiosi – che fornisce informazioni importanti in termini di risposta a Covid-19, mostrando un’associazione significativa tra l’uso precoce di CPAP nel trattamento della malattia e la riduzione della mortalità”.

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