Parlare due lingue protegge dall’Alzheimer e i sardi ce lo dimostrano
Parlare due lingue protegge il nostro cervello dalla neurodegenerazione e dalle forme di demenza più gravi e diffuse come il morbo di Alzheimer. Ad affermarlo è stato il professor Roberto Pili, medico e presidente dell'associazione internazionale “La Comunità della Longevità” in occasione di un meeting tenutosi al centro Culturale “Casa Frau” di Pula, in provincia di Cagliari. Il palcoscenico prescelto non è stato casuale, dato che in Sardegna vivono molti centenari che parlano due lingue: l'italiano e il sardo. Quest'ultimo, infatti, non è considerato un dialetto come il romano o il milanese, ma una vera e propria lingua a sé stante.
Il fattore protettivo del bilinguismo sulle nostre funzioni cognitive risiede nel fatto che si tratta di un vero e proprio allenamento per il nostro cervello, paragonabile all'attività svolta in palestra per sviluppare i muscoli. “La mente se adeguatamente sollecitata può non invecchiare. Fattori di crescita e cellule staminali si fanno carico di sostituire i neuroni perduti, rendendo il cervello plastico e rinnovabile sino a tarda età”, ha dichiarato lo specialista ai margini dell'incontro, durante il quale è stata presentata la favola bilingue – in italiano e sardo – “Fidelidade”, inserita nel progetto scientifico Pro.me.te.o.
Il testo, che narra la storia del cane Niedduzzu e del suo padrone Giovanni, è pensato per stimolare la fantasia attraverso la cosiddetta medicina narrativa, suffragata dalle due lingue per sottolineare l'importanza di imparare più di un idioma per migliorare salute mentale e longevità. Le affermazioni del professor Pili, che è stato anche Presidente del Consiglio della Provincia di Cagliari, sono suffragate da varie ricerche che hanno dimostrato la neuroprotezione del blinguismo. Un team di ricerca italiano composto da studiosi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’Università Vita-Salute San Raffaele, ad esempio, ha dimostrato che parlare due lingue rallenta di ben 5 anni gli effetti dell’Alzheimer sui pazienti. Questo perché le persone che parlano due lingue hanno un cervello funzionalmente diverso da chi conosce solo la propria lingua madre; è proprio la presenza di queste differenze che permette ai bilingue di attingere a una sorta di ‘riserva cognitiva' nel proprio cervello. Scienziati dell'Università di Birmigham hanno invece scoperto che parlare due lingue aiuta a essere molto più concentrati; un ‘talento' in grado di catalizzare la nostra salute mentale.
“Uno dei grandi segreti della longevità è custodito nella mente – ha dichiarato Pili – tenendo in attività le nostre facoltà intellettive ne garantiamo l'efficienza, la nostra età è quella del nostro cervello. Così come nutriamo il nostro corpo, rinforziamo i muscoli, dobbiamo esercitare il cervello e il parlare più lingue è un efficacissima palestra mentale come insegnano i centenari sardi, quasi tutti bilingue, che hanno la caratteristica di mantenersi protetti dalle temibili malattie degenerative come la demenza senile come l'Alzheimer”. La favola Fidelidade è stata creata in collaborazione con un team di psicologi guidati dalla dottoressa Donatella Petretto.
[Credit: Cristiano Cani]