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Parkinson, addio ai tremori grazie a una macchina rivoluzionaria: come funziona la MrgFUS

I ricercatori dell’Università dell’Aquila hanno confermato le straordinarie capacità della macchina MrgFUS (Trattamento con Ultrasuoni Focalizzati guidati dalla Risonanza Magnetica) nell’eliminare in modo sostanziale, immediato e sicuro i tremori del morbo di Parkinson. La tecnica mininvasiva si basa sull’ablazione di una piccola parte del cervello attraverso gli ultrasuoni. I risultati di un trial clinico presentati in un meeting in corso di svolgimento a Chicago, negli Stati Uniti.
A cura di Andrea Centini
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Un paziente sottoposto al trattamento di MRgFUS. Credit: RSNA/Università dell'Aquila
Un paziente sottoposto al trattamento di MRgFUS. Credit: RSNA/Università dell'Aquila

Una rivoluzionaria procedura mininvasiva per il trattamento del morbo di Parkinson e del tremore essenziale è in grado di ridurre i tremori in modo sostanziale, immediato e sicuro. Si tratta della MrgFUS, acronimo di Magnetic Resonance guided Focused Ultrasound, ovvero “Trattamento con Ultrasuoni Focalizzati guidati dalla Risonanza Magnetica”, la cui prima macchina è stata messa in funzione in Italia all'inizio dello scorso anno. A certificarne la grande efficacia sono stati i risultati di un nuovo trial clinico condotto dagli scienziati dell'Università dell'Aquila, che ne hanno presentato i risultati in seno a una conferenza della della Radiological Society of North America (RSNA), attualmente in corso di svolgimento a Chicago, negli Stati Uniti.

Gli scienziati, coordinati dal professor Federico Bruno, radiologo presso il Dipartimento di Scienze Biotecnologiche e Cliniche Applicate dell'ateneo abruzzese, hanno coinvolto nello studio 39 pazienti con un'età media di 64,5 anni, 18 affetti da tremore essenziale e 21 con morbo di Parkinson. Tutti quanti manifestavano tremori disabilitanti per un periodo medio di oltre dieci anni e non avevano risposto ad altre procedure. Dopo il trattamento con la MRgFUS, il 95 percento dei pazienti (37 su 39) ha ottenuto una riduzione "sostanziale e immediata" dei tremori, che si è mantenuta anche durante il periodo di follow-up. L'eliminazione dei tremori ha determinato un incremento significativo nella qualità della vita.

Macchina per MRgFUS Credit: RSNA/Università dell'Aquila
Macchina per MRgFUS Credit: RSNA/Università dell'Aquila

Ma come funziona esattamente la MrgFUS? Come suggerisce il nome completo, ovvero Trattamento con Ultrasuoni Focalizzati guidati dalla Risonanza Magnetica, si basa su ultrasuoni che vengono convogliati contro una specifica porzione del cervello, il talamo, determinando una vera e propria talamotomia. Il talamo è una piccola porzione bilaterale (presente in entrambi gli emisferi) del diencefalo, ed è intimamente associata ai tremori del Parkinson. Il macchinario, in parole semplici, riscalda il talamo e lo distrugge. La talamotomia a ultrasuoni è “minimamente invasiva, sicura e ben tollerata” dai pazienti, è riportato nel documento presentato al meeting della RSNA a Chicago. A differenza della stimolazione cerebrale profonda, che richiede l'impianto di un pacemaker e presenta rischi di complicanze e sanguinamento, “il trattamento con MRgFUS richiede un ricovero più breve ed è una procedura abbastanza ben tollerata anche da pazienti più fragili”, ha dichiarato il professor Bruno. Inoltre l'elettrostimolazione richiede un certo periodo di rodaggio, ha aggiunto lo studioso, mentre i risultati della MRgFUS sono immediati.

Evoluzione della talamotomia. Credit: RSNA/Università dell'Aquila
Evoluzione della talamotomia. Credit: RSNA/Università dell'Aquila

Attualmente, gli unici problemi di questa procedura rivoluzionaria risiedono nel fatto che è poco conosciuta e che i centri a proporla sono ancora pochi, come affermato dal professor Bruno: “L'applicazione clinica di questa tecnica per malattie neurologiche rappresenta una novità assoluta, l'uso clinico è stato approvato dalla FDA meno di tre anni fa. Pochi pazienti conoscono questa opzione terapeutica e ci sono ancora pochi centri specializzati che possono offrirla”. La speranza è che presto verrà resa disponibile nel maggior numero possibile di ospedali e cliniche.

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