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Over 40, chi cammina lentamente invecchia più velocemente: gli effetti su corpo e cervello

Il nostro cervello e il nostro corpo invecchiano di più o di meno a seconda di quanto camminiamo velocemente. Questo è quanto hanno scoperto gli scienziati anche per quanto riguarda le persone over 40 anni. Vediamo insieme come gli esperti sono giunti a questa conclusione e cosa c’è da sapere sull’invecchiamento.
A cura di Zeina Ayache
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La velocità con cui camminiamo ci dice se siamo invecchiando rapidamente o no. Gli scienziati hanno infatti scoperto che la camminata degli over 45 è infatti indicativa dello stato di invecchiamento del corpo e del cervello delle persone. Vediamo insieme come gli esperti sono giunti a questa conclusione e cosa c’è da sapere.

Per giungere alle loro conclusioni, gli scienziati hanno raccolto informazioni su 904 persone nate nello stesso anno in Nuova Zelanda sulle quali sono stati effettuati test e misurazioni durante tutto il corso della loro vita e, più recentemente, tra l’aprile 2019 e l’aprile 2019, quando hanno compiuto 45 anni.

I risultati della risonanza magnetica effettuata durante l’ultima valutazione hanno mostrato che i camminatori più lenti tendevano ad avere un volume cerebrale totale più basso, uno spessore corticale medio inferiore, una minore superficie del cervello e una maggiore incidenza di "iperintensità" della sostanza bianca, piccole lesioni associate alla malattia dei piccoli vasi cerebrali. In breve, il loro cervello appariva un po’ più vecchio.

Questo studio è interessante perché per la prima volta vengono sottolineati gli effetti della velocità della camminata su un cervello piuttosto giovane, cioè quello dei 40enni, mentre di solito i protagonisti di questi test sono i pazienti geriatrici, per i quali è già stata largamente dimostrata l’importanza di un passo più rapido per il mantenimento dello stato di salute giovane del corpo e del cervello.

E non è tutto. Gli esperti hanno evidenziato che la velocità di camminata e quindi la velocità di invecchiamento possono essere determinate già quando il paziente ha tre anni.

Lo studio, intitolato “Association of Neurocognitive and Physical Function With Gait Speed in Midlife”, è stato pubblicato su JAMA Network Open.

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