Ostriche come vetri antiproiettile: il futuro dell’esercito Usa viene dal mare
Hanno il sapore del mare e la forza delle scogliere: la Placuna placenta è un'ostrica diffusa a largo delle Filippine e in alcune regioni dell’Oceano Indiano e ha la caratteristica di "proteggersi" in un guscio trasparente e particolarmente resistente. Così, quando i ricercatori Christine Ortiz e Ling Li del Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno ricevuto l'incarico da parte del Dipartimento della Difesa americano di creare un nuovo materiale che riuscisse a rendere più resistenti i vetri antiproiettile dei veicoli militari, i loro sforzi si sono immediatamente concetrati sullo studio di dieci specie animali fornite di un esoscheletro particolarmente duro. Tra questi l'ostrica con l conchiglia trasparente. L'hanno presa a martellate e coltellate e, lei, continuava a preservare l'integrità del mollusco che ospitava.
Studiate al microscopio, le conchiglie mostravano una struttura composta per il 99% di calcite, un materiale a base di carbonato di calcio, che andavano a disporsi come piccole mattonelle romboidali dello spessore di 300 nanometri. Tra loro corrono, come fughe su un pavimento, frammenti di materiale organico che permettono di assorbire gli urti cambiando la disposizione di bande di atomi e aprendo localizzate fratture radiali nelle "mattonelle". La capacità di subire fratture simili senza perdere le qualità di resistenza è l'elemento maggiormente innovativo della Placuna placenta, dal momento che i vetri antiproiettile in uso sono sì in grado di respingere un colpo di arma da fuoco, ma dopo il primo colpo tendono a perdere velocemente resistenza e trasparenza.
Le conchiglie, tuttavia, non possono sostituire i vetri usati dai mezzi blindati, ma possono comunque integrare il materiale utilizzato per accrescerne la resistenza. Non solo: la struttura di calcite potrebbe essere usata per altre componenti militari, come il giubbotto antiproiettile o occhiali da combattimento che proteggano gli occhi dei soldati. "Il nostro piano – spiega Ortiz – è sostituire il materiale organico con materiali balistici".