Origine del coronavirus in allevamenti di animali selvatici della Cina: i sospetti dell’OMS
Sebbene la teoria del coronavirus SARS-CoV-2 creato in un laboratorio di massima biosicurezza cinese e sfuggito al controllo (volontariamente o deliberatamente) sia ancora suffragata da complottisti e da una certa classe politica, la scienza ha da tempo fornito prove piuttosto robuste sull'origine naturale del patogeno pandemico. È infatti evidente che si tratta di un coronavirus sviluppatosi tra i pipistrelli a ferro di cavallo, nei quali simili patogeni circolano naturalmente da lunghissimo tempo. Non a caso il SARS-CoV-2 è strettamente imparentato con il SARS-CoV e il MERS-CoV, rispettivamente responsabili della SARS e della MERS, con i quali condivide un'ampia porzione del patrimonio genetico (tutti e tre appartengono al gruppo dei betacoronavirus).
Il coronavirus della SARS balzò da un pipistrello a uno zibetto (l'ospite intermedio) e fece lo spillover – salto di specie all'uomo – all'inizio del nuovo millennio, dando origine a un'epidemia che uccise poco meno di 800 persone tra il 2003 e il 2004. Quello della MERS passò all'uomo nel 2012, ma in questo caso l'ospite intermedio fu il dromedario. Per il coronavirus SARS-CoV-2 non è stata ancora trovata la specie che ha fatto da ponte, ma si ritiene che possa essere il pangolino, il mammifero più minacciato della Terra a causa del bracconaggio. Poiché i primi casi della “misteriosa polmonite” – poi denominata COVID-19 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – si verificarono alla fine del 2019 nell'enorme mercato del pesce di Huanan a Wuhan, metropoli nota per essere quella da cui è partita la pandemia, sin dapprincipio si pensò che il passaggio del virus all'uomo possa essersi verificato proprio in questo luogo, dopo il contatto con un animale infetto.
Nonostante infatti si trattasse di un (enorme) mercato del pesce, in realtà venivano smerciati anche animali selvatici, compresi pangolini, zibetti e altre specie potenzialmente in grado di trasmettere all'uomo nuovi coronavirus originati nei pipistrelli. Recentemente è stata condotta un'indagine da parte di un team di esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in Cina, per andare a caccia di indizi sull'origine del SARS-CoV-2. Gli scienziati hanno affermato che la nascita del patogeno pandemico in un laboratorio di Wuhan è “estremamente improbabile”, privilegiando il percorso zoonotico. Un membro della delegazione, l'ecologo specializzato in malattie Peter Daszak, in una intervista su NPR ha affermato che sono state trovate nuove prove convincenti di scambi commerciali tra allevamenti di animali selvatici nel Sud Est della Cina e il mercato di Huanan di Wuhan, ubicato nella Cina centrale.
I pipistrelli a ferro di cavallo portatori dei coronavirus affini a quelli responsabili di SARS, MERS e COVID-19 vivono proprio nella Cina sudorientale – quelli correlati alla SARS in una grotta dello Yunnan – pertanto l'esperto dell'OMS e di EcoHealth Alliance suggerisce che i pipistrelli possano aver infettato col SARS-CoV-2 alcuni animali selvatici di questi allevamenti, che una volta trasferiti al mercato di Huanan possono aver dato vita ai primi contagi umani, alla base della catastrofica pandemia che stiamo vivendo. Del resto esami di laboratorio condotti su campioni di animali vivi recuperati dal mercato hanno mostrato che alcuni erano portatori del virus. Il fatto che la Cina si affrettò a chiudere il gigantesco mercato di Huanan alla fine di dicembre 2019 e che nel febbraio del 2020 chiuse anche tutti gli allevamenti di animali selvatici, secondo l'esperto dell'OMS sono chiari segnali che anche le autorità di Pechino sospettassero sin da subito quale potesse essere l'origine della “misteriosa polmonite”, che ha causato morte e sofferenza in tutto il mondo. Non sappiamo se un giorno arriveremo a conoscere la verità su questa drammatica storia, ma i sospetti del dottor Daszak sono quanto più di verosimile a ciò che potrebbe essere accaduto.