Ora sappiamo qual è la causa dei rari coaguli con il vaccino di Astrazeneca
Ci sarebbero più elementi ma una precisa causa scatenante dietro ai rari casi di trombosi dopo la vaccinazione anti-Covid. A suggerirlo è un team di ricerca internazionale che ha mostrato come una proteina del sangue, il fattore piastrinico 4 (PF4), sia attratta come un magnete dall’adenovirus, uno dei principali componenti dei vaccini a vettore virale. Il fattore piastrinico 4, spiegano gli studiosi, può formare complessi stabili con l’adenovirus e innescare la formazione di coaguli clinicamente rilevanti.
“L’adenovirus ha una superficie estremamente negativa, e il fattore piastrinico 4 è estremamente positivo. Così le due cose si adattano abbastanza bene – ha affermato alla BBC il professor Alan Parker, uno degli autori della ricerca – . Siamo riusciti a dimostrare il legame tra le armi chiave dell’adenovirus e il fattore piastrinico 4. Quello che abbiamo è la causa scatenante, il trigger, ma ci sono diversi altri passaggi che devono accadere dopo”. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Advances.
I ricercatori pensano che questa interazione possa innescare un meccanismo immunitario, che dovrà essere confermato con ulteriori studi, per cui l’organismo inizia ad attaccare il fattore piastrinico 4 dopo averlo confuso con parte dell’adenovirus estraneo cui è legato. Gli anticorpi rilasciati nel sangue si aggregano quindi al fattore piastrinico 4 delle piastrine, innescando la formazione di pericolosi coaguli nel sangue. A questo fenomeno, noto anche come trombosi con sindrome da trombocitopenia (TTS) indotta da vaccino, sono stati collegati 73 decessi su quasi 50 milioni di dosi di Astrazeneca somministrate nel Regno Unito.
“Non si sarebbe mai potuto prevedere che sarebbe successo, con nessuno studio, perché le possibilità sono incredibilmente piccole. Dobbiamo avere un quadro più ampio del numero di vite che questo vaccino ha salvato” ha affermato il professor Parker.
I dati di Astrazeneca dicono che il vaccino anglo-svedese ha salvato più di un milione di vite in tutto il mondo e prevenuto 50 milioni di casi di Covid. Una portavoce della casa farmaceutica ha sottolineato che chi contrae la malattia ha un rischio molto più alto di trombosi di chi si vaccina, e che le motivazioni legate a questi rari casi di trombosi non sono ancora state stabilite. L’Università di Oxford, sviluppatrice del vaccino, ha invece rifiutato di commentare la ricerca.