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Oltre Marte: le prossime missioni su Europa e Titano

NASA ed ESA al lavoro sulle future missioni di esplorazione delle lune di Giove e Saturno, che potrebbero nascondere tracce di vita primordiale.
A cura di Roberto Paura
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La ricerca di vita nell’universo non si basa solo sulle osservazioni degli esopianeti e – in futuro – delle loro atmosfere, che potrebbero portare alla scoperta di pianeti simili alla Terra e magari di tracce di fotosintesi, attività biologica o addirittura “marker” di civiltà tecnologiche. Gli esobiologi non si sono infatti rassegnati all’idea che la Terra sia l’unico corpo celeste nel nostro Sistema Solare ad ospitare la vita. Marte è l’indiziato numero uno, certo. Finora non è stato possibile trovare “pistole fumanti”, ma la certezza che un tempo il Pianeta Rosso fosse ricoperto di mari, fiumi e laghi come la Terra consolida l’ipotesi che, almeno in un remoto passato, forme di vita elementari potessero essere sorte e restino oggi fossilizzate sotto le sabbie, in attesa di essere riportate alla luce. Ma c’è anche altro, oltre Marte. E ora le due principali agenzie spaziali del mondo, NASA ed ESA, hanno deciso di vederci chiaro. Su Europa, una delle lune gelate di Giove, e su Titano, la più grande e misteriosa luna di Saturno, potrebbero esserci le condizioni adatte alla vita elementare. È ora di andare a dare un’occhiata.

In cerca di vita sotto i ghiacci di Europa

Europa.
Europa.

Proprio in questi giorni sta facendo molto parlare di sé il film low-budget Europa Report, eccellente ricostruzione di una futura missione di esplorazione umana sul satellite di Giove. Fantascienza, certo, almeno per ora. Intanto però nel 2016 la sonda “Juno” della NASA giungerà nell’orbita di Giove e fornirà dati importanti su Europa. Dati che serviranno agli scienziati per mettere a punto due nuove missioni. La prima, già finanziata, sarà realizzata dall’ESA: si chiama Juice e partirà nel 2022 per arrivare nell’orbita gioviana nel 2030. Analizzerà Ganimede, Callisto e soprattutto Europa. La seconda è ancora solo teorica, ma potrebbe presto diventare realtà e consiste nel far atterrare un lander sulla superficie ghiacciata di Europa.

Solo l’atterraggio di una sonda permetterà infatti di chiarire cosa c’è sotto lo spesso strato di ghiaccio che ricopre la luna. Tutte le analisi portano a concludere che vi sia infatti un enorme oceano di acqua liquida, riscaldato dai moti mareali prodotti dall’attrazione gravitazionale di Giove. Lì sotto potrebbe esserci, perché no, qualche forma di vita, come al di sotto dei ghiacci terrestri (per esempio nel caso del lago Vostok in Antartide, sepolto sotto uno strato di ghiaccio di diversi chilometri, nel quale sono stati trovati microrganismi estremofili). La NASA ha commissionato a un’équipe di scienziati guidati dal Jet Propulsion Laboratory uno studio sugli obiettivi di una missione robotica su Europa, pubblicato ora sulla rivista Astrobiology. “C’è ancora un sacco di lavoro preparatorio da fare prima di poter atterrare su Europa, ma studi come questi ci aiuteranno a focalizzarci sulle tecnologie richieste per andare lì, e sui dati necessari per aiutarci a individuare possibili siti di atterraggio”, spiega Robert Pappalardo, principale autore dello studio, che aggiunge: “Europa è il luogo più idoneo nel nostro Sistema Solare, oltre la Terra, a ospitare la vita oggi; un lander sarebbe il modo migliore per cercare segni di vita”.

La superficie di Titano ripresa dalla sonda Cassini-Huygens: le macchie blu sono laghi di metano.
La superficie di Titano ripresa dalla sonda Cassini-Huygens: le macchie blu sono laghi di metano.

Il gruppo di ricerca, che include anche la Johns Hopkins University, l’Università del Colorado, l’Università del Texas, e il Goddard Space Flight Center della NASA, ritiene che vi siano concrete possibilità di trovare forme di vita elementari nell’oceano di Europa. “Atterrare sulla superficie di Europa sarebbe un traguardo chiave nell’esplorazione astrobiologica di quel mondo”, sottolinea Chris McKay della rivista Astrobiology. Il lander ipotizzato dovrebbe atterrare su una delle faglie di rottura del ghiaccio superficiale, per poter quindi effettuare analisi in profondità con l’ausilio di biomarkers. Un test tra i ghiacci dell’Antartide è in programma per il 2015. Non ci sono ancora decisioni ufficiali sulla missione, ma è probabile che possa essere finanziata ed entrare in lavorazione entro un paio d’anni e partire per il 2020, anticipando la sonda Juice dell’ESA.

Un battello sui laghi di Titano

Un test è invece già stato realizzato per una futura missione su Titano. La grossa luna di Saturno è già stata visitata dal lander Huygens nel 2004, ed è tutt’ora oggetto di approfonditi studi da parte della sonda Cassini, che da allora orbita intorno a Saturno. Gli scienziati sapevano da decenni che Titano poteva riservare sorprese sotto lo spesso strato di nubi che lo avvolgeva, e non sono rimasti delusi. Le immagini di Huygens hanno rivelato un mondo di oceani, laghi e fiumi, non di acqua ma di etano e metano liquidi, con una temperatura intorno ai -180°. Condizioni non proprio ideali per gli esseri umani, ma in cui potrebbero sguazzare microrganismi alieni. Per questo nella Laguna Negra delle Ande cilene la NASA e il SETI Institute hanno testato un robot galleggiante, modello da utilizzare per le future missioni su Titano.

Il “Planetary Lake Lander” ha iniziato a operare nel 2011 e ha dimostrato una straordinaria capacità di resistenza alle condizioni proibitive di questa laguna ghiacciata circondata da montagne e aree vulcaniche. Non è adatto per il lancio nello spazio, a causa delle elevate dimensioni, ma, come ha specificato l’astrobiologa Nathalie Cabrol, che guida il team d ricerca, “in questo momento siamo nella fase in cui eravamo 10 o 15 anni fa quando abbiamo iniziato a testare i rover di Marte nel deserto”. La particolarità del robot galleggiante sta nella sua intelligenza artificiale. Il futuro robot su Titano dovrà essere indipendente dalla Terra, in grado di effettuare le sue analisi in autonomia, affrontando le inevitabili sorprese che potrebbe trovare, dalle piogge di metano allo scioglimento improvviso di un ghiacciaio di etano. Il modello di AI che la NASA intende testare è simile a quello di cui saranno dotati i futuri rover su Marte. Il Pianeta Rosso ha battuto ancora Titano nelle priorità dell’agenzia spaziale americana, che l’anno scorso ha preferito finanziare la missione InSight su Marte nel 2016 piuttosto che quella sulla luna di Saturno, ma nei prossimi anni il progetto potrebbe entrare nella sua fase operativa.

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