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OGM, Greenpeace accusata di crimine contro l’umanità da 110 Premi Nobel

110 premi Nobel hanno scritto una lettera aperta per chiedere di investire sugli OGM e sul Golden Rice ritenuti una valida soluzione per la fame nel mondo. Gli scienziati accusano Greenpeace di crimine contro l’umanità e l’associazione risponde con un comunicato ufficiale.
A cura di Zeina Ayache
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Crimine contro l'umanità, questa è l'accusa che 110 scienziati, premi Nobel, rivolgono ad associazioni come Greenpeace che da anni lottano contro gli OGM, tutti quegli alimenti che sono il frutto dell'ingegneria genetica che consente, attraverso le biotecnologie, di modificare a piacimento e secondo predeterminati scopi i geni di un prodotto. Il motivo della lettera aperta firmata dai ricercatori riguarda la volontà di offrire maggiori opportunità di sopravvivenza a tutte le persone che non hanno sufficienti risorse economiche per seguire una dieta sana ed equilibrata senza la quale muoiono o si ammalano.

Protagonista vero della contestazione è il Golden Rice che, come si intuisce dal nome, è una varietà di riso giallo che ha questo colore poiché contiene pro-vitamina A, beta-carotene, fondamentale per vivere. Il riso giallo è stato ideato con la volontà di offrire un'opportunità ai Paesi più poveri dove ogni anno muoiono milioni di persone. L'OMS conta circa 250 milioni di vittime a causa della carenza da vitamina A i cui effetti variano dalla cecità fino alla morte. In questi anni però le accese contestazioni contro l'OGM e il riso giallo ne hanno impedito la coltivazione che ad oggi resta ferma, per quanto, sostengono i ricercatori, non ci siano studi che dimostrino la pericolosità per la salute di questo alimento e, in generale, per l'OGM.

Greenpeace non accetta l'accusa degli scienziati e risponde attraverso un comunicato ufficiale per voce di Wilhelmina Pelegrina, Greenpeace Sudest Asia, che difende l'associazione sottolineando come in questi 20 anni non sia mai stata dimostrata la capacità del riso giallo di contrastare la carenza di vitamina A, insomma, afferma “stiamo parlando di qualcosa che neanche esiste”. Secondo Greenpeace, invece di spendere milioni per cercare di capire se il riso giallo potesse o meno aiutare le popolazioni in difficoltà, sarebbe stato meglio investirli in soluzioni alternative. Per risolvere il problema della malnutrizione, afferma Pelegrina, è necessario puntare ad una dieta sana, che si basi su un'agricoltura ecologica capace di rispettare l'ambiente e ridurre i problemi legati ai cambiamenti climatici. Quella del riso giallo e degli OGM sarebbe dunque una scorciatoia che nell'immediato può sembrare una soluzione, ma sul lungo periodo potrebbe rivelarsi dannosa.

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