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Oggi è la Giornata Mondiale della Biodiversità

Il 22 maggio il Pianeta festeggia la ricchezza di vita che ne fa la meraviglia più grande dell’Universo a noi conosciuto: eppure quella ricchezza, come sappiamo, tende sempre più ad assottigliarsi.
A cura di Nadia Vitali
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Se fossimo degli ereditieri che hanno ricevuto dalla propria famiglia una ricchezza immensa, oggi saremmo quasi giunti al punto di doverci preoccupare di come rimpinguare le finanze prima che la dilapidazione sia completa: in un certo senso la nostra condizione di esseri umani sulla Terra, attualmente, è assai simile a quella descritta con l'aggravante che, a fare le spese della nostra cattiva gestione del patrimonio, sono specie animali e vegetali sempre più condannate ad una muta sparizione. La vita sul Pianeta sta diventando progressivamente più povera man mano che inquinamento e sfruttamento dei territori proseguono e qualunque sforzo atto a tutelarla fa fatica ad essere portato avanti: la Giornata Mondiale della Biodiversità, istituita nel 2000 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e celebrata ogni anno il 22 di maggio, ci ricorda quanto questo bene debba essere protetto e difeso ad ogni costo.

Il tema di quest'anno: le isole

Le isole, con le loro coste e il mare che le circonda, costituiscono degli ecosistemi unici, spesso dimora di forme di vita endemiche che non possono essere trovate altrove: si prenda l'esempio macroscopico del Madagascar, il solo territorio del Pianeta dove vivono i lemuri, benché ormai accerchiati dalla deforestazione e braccati dai cacciatori. Tesori insostituibili, le cui storie evolutive hanno lasciato in eredità spesso dei piccoli mondi diversi ed irriproducibili, le isole sono anche la chiave per la sopravvivenza, il sostentamento l'economia, il benessere e l'identità culturale di circa 600 milioni di individui che vivono su di esse, rappresentando circa un decimo dell'intera popolazione del globo. Grandi o piccole, remote o a pochi chilometri dalla terraferma, tutte sono protagoniste della Giornata Mondiale della Biodiversità che per l'edizione di quest'anno ha, appunto, scelto il tema delle isole. Un tema che si fa sentire in tutta la sua importanza, nei giorni che seguono l'allarme ambientale che ha coinvolto le Galapagos.

I favolosi gioielli disseminati nell'Oceano Pacifico, le terre ricche di specie animali e vegetali che ispirarono Charles Darwin nell'elaborazione della teoria dell'evoluzione, sono un microcosmo tanto prezioso quanto fragile: ecco perché la notizia del naufragio di un cargo, incagliatosi lo scorso 9 maggio mentre usciva dalla baia del porto Baquerizo Moreno, isola di San Cristobal, ha fatto temere il peggio. In realtà, non è stata segnalata alcuna fuoriuscita e, in pochi giorni, tutto il carburante è stato scaricato dalla nave: ma l'episodio ha evidenziato, ove mai ce ne fosse necessità, come quello che apparentemente è un "banale incidente" possa diventare un danno irreversibile per tutto il Pianeta.

La meraviglia delle Galapagos in quattro specie: leoni marini, un pellicano, l'iguana marina e una tartaruga.
La meraviglia delle Galapagos in quattro specie: leoni marini, un pellicano, l'iguana marina e una tartaruga.

Il 90% degli uccelli e il 75% delle specie animali estinte a partire dal XVII secolo erano insulari: molte di queste subirono come uno shock gravissimo la "scoperta" dei nuovi mondi da parte degli europei, scomparendo rapidamente e, talvolta, senza lasciare traccia neanche nei trattati scientifici (il che potrebbe far supporre che, forse, qualcuna potrebbe esserci sfuggita del tutto, anche dal computo). Attualmente il 23% delle specie insulari risulta minacciata: più del doppio di quanto avviene per le creature del resto del mondo, basti pensare che entro il 2030 il 70% delle barriere coralline potrebbe non esserci più e per il 2050 se ne prevede la scomparsa totale, ai ritmi attuali. Questa vulnerabilità, già caratteristica intrinseca dell'habitat delle isole, è accresciuta dal problema del cambiamento climatico. Non soltanto l'innalzamento del livello dei mari, atteso entro la fine di questo secolo, ma anche l'incremento di eventi meteorologici estremi: fragili e spesso piccole, staccate dalla terraferma, le isole si troveranno ad affrontare il mondo nuovo partendo da uno svantaggio più grave. Ecco perché la tutela e la protezione di questo baluardo della biodiversità deve restare una priorità nei piani programmatici di qualunque Paese o Nazione del mondo.

Biodiversità perduta: il caso dell'Italia

In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, anche Legambiente ha fatto il punto sulla situazione delle specie viventi, analizzando i fattori che stanno incidendo negativamente sulla salute dei territori e le misure messe in campo per fermare il declino di creature ed ecosistemi. E lancia l'allarme per il nostro Paese, dove alcune specie sono sparite mentre ben 161 rientrano nella lista di quelle gravemente minacciate: simbolo delle difficoltà in cui versa il nostro ambiente è la gru cinerina che fa parte delle sei specie di vertebrati scomparse in tempi recenti in Italia (assieme alla quaglia tridattila, al gobbo rugginoso, al rinolofo di Blasius, allo storione e allo storione ladano).

La gru cinerina o eurasiatica (Grus grus) (foto via Wikipedia)
La gru cinerina o eurasiatica (Grus grus) (foto via Wikipedia)

La nostra penisola detiene il primato della biodiversità in Europa, con oltre 67.000 specie animali e vegetali che vivono sul nostro territorio costituendo circa il 43% di quelle presenti in tutto il Vecchio Continente. Merito di una conformazione geografica che prevede una grande ricchezza e varietà di habitat, ma merito anche del sistema delle aree protette che, soprattutto negli ultimi anni, sta fornendo un contributo chiave per il recupero e la salvezza di creature a rischio. Eppure questo è appena sufficiente: la cementificazione che continua a mangiare il territorio, l'inquinamento, il dissesto idrogeologico rendono comunque instabili le specie. Inoltre, come spiegato nel rapporto di Legambiente, l'illegalità nelle aree protette italiane costituisce ancora un ostacolo alla reale e completa tutela della biodiversità: anche in questo caso, il nostro Paese ha molto da recuperare; l'auspicio è che lo faccia per tempo.

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