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Obesità e diabete fanno male al cervello: problemi di memoria e apprendimento

Ricercatori italiani hanno scoperto che una dieta ipercalorica che produce resistenza all’insulina interferisce con la comunicazione dei neuroni legati all’apprendimento e alla memoria. I deficit cognitivi prodotti dall’obesità e dal diabete possono essere contrastati con un farmaco sperimentale.
A cura di Andrea Centini
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Obesità e diabete fanno male al cervello, interferendo nella comunicazione fra neuroni legati all'apprendimento e alla memoria. In altri termini, una dieta ipercalorica e la resistenza all'insulina che ne deriva, alla base del diabete, possono scatenare deficit cognitivi, che tuttavia possono essere contrastati con un apposito farmaco sperimentale. Lo ha determinato un team di ricerca italiano dell'Università Cattolica – Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma, che ha condotto alcuni esperimenti con i topi proprio per scoprire gli effetti di una dieta sbilanciata sulle funzioni cerebrali.

Gli studiosi, coordinati dal professor Claudio Grassi, hanno sottoposto un gruppo di topi a una dieta ricca di zuccheri e grassi per sei settimane, al fine di produrre un disordine metabolico equiparabile a quello sofferto dai pazienti con diabete. Altri topi sono stati invece nutriti con un'alimentazione tradizionale, utilizzati come classico gruppo di controllo. Nel cervello dei topi nutriti con la dieta ipercalorica gli scienziati hanno osservato un aumento dell'acido palmitico, un acido grasso responsabile di un processo noto come palmitoilazione che era il vero “bersaglio” della ricerca.

In parole semplici, attraverso la palmitoilazione questo acido viene aggiunto ad alcune proteine, fra le quali si trova anche il recettore del glutammato (la subunità chiamata GluA1), un neurotrasmettitore responsabile della comunicazione fra neuroni. L'alterazione che si produce a causa dell'acido palmitico ha un impatto negativo sull'apprendimento e la memoria, determinando deficit cognitivi.

Attraverso uno spray nasale somministrato ai topi, Grassi e colleghi sono riusciti a bloccare la palmitoilazione e di conseguenza i deficit cognitivi scaturiti dalla dieta ipercalorica. “Il nostro studio – sottolinea il professor Grassi – indaga e svela un meccanismo molecolare responsabile del declino cognitivo che si associa alle malattie metaboliche, quali diabete di tipo 2 e obesità, caratterizzate da un quadro di resistenza all'insulina”. Per gli scienziati si tratta di risultati significativi poiché, oltre a evidenziare il modo in cui un'alimentazione scorretta influenza negativamente le funzioni cerebrali, mette in luce un legame tra patologie metaboliche e neurodegenerative. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature.

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