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Nuova speranza nella lotta al cancro da un’innovativa applicazione terapeutica dell’immunoterapia

I ricercatori del De Duve Institute dell’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, sono riusciti a identificare e neutralizzare un nuovo meccanismo di immunosoppressione in modo da aumentare la capacità dei linfociti di fronteggiare i tumori.
A cura di Valeria Aiello
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Considerata oggi l’ultima frontiera della lotta contro il cancro, l’immunoterapia oncologica espande i suoi confini grazie alla promettente scoperta dei ricercatori del De Duve Institute dell’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, riusciti identificare e neutralizzare un nuovo meccanismo di regolazione del sistema immunitario in modo da aumentare la capacità dei linfociti di fronteggiare i tumori.

Gli studiosi, guidati dalla professoressa e attuale presidente del Duve Institute, Sophie Lucas, sono riusciti a comprendere il ruolo di una specifica proteina di membrana, GARP, situata sulla superficie dei linfociti T che regolano la risposta immunitaria, noti per essere altamente immunosoppressivi nei pazienti affetti da tumori. In altre parole, le cellule tumorali che dovrebbero essere riconosciute come estranee e dannose dal sistema immunitario, riescono a sfuggire alle difese dell’organismo perché i linfociti T che dovrebbero identificarle sono “frenati” da alcune molecole e, una di queste, è proprio la proteina GARP. In particolare, i ricercatori hanno scoperto che GARP funge da messaggero per i linfociti T regolatori, inviando segnali che bloccano la risposta immunitaria.

Alla luce di questa nuova conoscenza, i ricercatori hanno sviluppato anticorpi anti-GARP in grado di neutralizzare l’azione della proteina e i risultati dei primi test, pubblicati sulla rivista Nature Communication, sono stati incoraggianti. I ricercatori sono riusciti a neutralizzare i linfociti T regolatori in cellule tumorali di topo mediante trattamento con anticorpi contro GARP. “Se il messaggero viene neutralizzato – spiegano gli studiosi – le risposte immunitarie non vengono bloccate e possono nuovamente eliminare le cellule tumorali”. Per la regressione del tumore, il team ha combinato il nuovo approccio immunoterapico con uno già testato (anticorpi anti-PD1) che, agendo in modo diverso sul sistema immunitario, insieme hanno permesso di aumentare l’efficacia del trattamento.

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