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Nubi tossiche per l’eruzione del vulcano alle Canarie, l’esperto: “Nessun pericolo per l’Italia”

Il vulcanologo Dellino a Fanpage.it: “Non è possibile che i gas emessi in questa eruzione arrivino in Europa in concentrazioni tali da rappresentare un rischio per la salute umana”.
Intervista a Prof. Pierfrancesco Dellino
ordinario di Vulcanologia del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari e membro della Commissione Grandi Rischi del Dipartimento nazionale di Protezione Civile
A cura di Valeria Aiello
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Personale della Unidad Militar de Emergencias (UME) effettua misurazioni di lettura del gas nei pressi del vulcano sull'isola delle Canarie di La Palma
Personale della Unidad Militar de Emergencias (UME) effettua misurazioni di lettura del gas nei pressi del vulcano sull'isola delle Canarie di La Palma

Da quando è iniziata, lo scorso 19 settembre, l’eruzione del vulcano Cumbre Veja, sull’isola di La Palma alle Canarie, sta provocando disagi e apprensione. Il bilancio per ora parla di circa 6mila persone che hanno dovuto abbandonare le loro case, mentre il fiume di lava ha raggiunto l’oceano nella serata di martedì, distruggendo centinaia di abitazioni, attività commerciali e vaste aree destinate a piantagioni lungo il suo cammino.

L’alimentazione delle colate di lava “è ancora molto vigorosa ” come spiegato a Fanpage.it dal professor Pierfrancesco Dellino, ordinario di Vulcanologia del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari che, per quanto riguarda tutte le altre condizioni che potrebbero riguardare un impatto su altre zone, compresi i rischi derivanti dalla nube di anidride solforosa in viaggio verso l’Europa, ha escluso ripercussioni al di fuori dell’isola.

Allora professore, nessun allarme per l'Italia?

No, non c’è alcun pericolo. Non è possibile che i gas emessi da questa eruzione possano arrivare in Europa in concentrazioni tali da rappresentare un rischio.

Perché?

Data la distanza che intercorre fino all’Europa, questi gas arrivano in quantità inferiori a quelle ritenute pericolose per la salute umana. Questo perché, qualsiasi sostanza gassosa che si mescoli con un altro gas si diffonde in funzione del vento, diminuendo la sua concentrazione con la distanza, tenendo tra l’altro presente che l’anidride solforosa, se non in concentrazioni elevatissime, non è un gas pericoloso. Ad esempio, chi è mai stato a Stromboli ha respirato concentrazioni di anidride solforosa molto più alte di quelle che possano mai arrivare in Italia dal vulcano di La Palma.

La colata di lava che ha raggiunto l'Oceano Atlantico
La colata di lava che ha raggiunto l'Oceano Atlantico

Ci sono rischi ambientali?

Essendo un’eruzione effusiva, questo tipo di eventi ha impatto soltanto attorno alla colata di lava, come succede all’Etna e a Stromboli. Diversa è la situazione per i vulcani esplosivi, che emettono colonne molto alte (decine di km) di gas e particelle solide, ma non è questo il caso.

E nel caso dell’inquinamento atmosferico?

Assolutamente no, un’attività naturale come po’ essere un’eruzione non provoca inquinamento per definizione stessa. La natura non inquina se stessa, anzi. Dai vulcani escono fuori materiali che servono ad alimentare l’atmosfera.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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