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Non esiste il gene dell’omosessualità: l’orientamento sessuale definito da molteplici fattori

Un team di ricerca internazionale guidato dallo scienziato italiano Andrea Ganna ha dimostrato che non esiste il gene dell’omosessualità. Sequenziando i dati di circa mezzo milione di persone sono emerse cinque varianti genetiche associate in modo “statisticamente significativo”, più moltissime altre con un certo grado di influenza. Risulta dunque impossibile determinare l’orientamento sessuale di una persona attraverso la semplice analisi del suo DNA, dato che esso è plasmato da un ricchissimo mix di fattori ambientali, sociali e genetici.
A cura di Andrea Centini
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Credit: BhaktiCreative
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Non esiste un singolo gene in grado di determinare l'orientamento sessuale di una persona, ma una pletora di varianti genetiche, fattori ambientali e sociali che contribuiscono nel plasmarlo. In altri termini, è impossibile prevedere l'orientamento sessuale di una persona analizzandone il DNA. Lo ha determinato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'autorevole Broad Institute of MIT and Harvard di Cambridge, Stati Uniti, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Epidemiologia medica e biostatistica del Karolinska Institutet di Stoccolma (Svezia), del Dipartimento di Sociologia dell'Università del Colorado, della Scuola di Psicologia dell'Università del Queensland (Australia) e di numerosi altri istituti sparsi per il mondo.

Studio pionieristico. Gli scienziati, coordinati dal professor Andrea Ganna, ricercatore italiano presso il Massachusetts General Hospital e del Programma di genetica medica e della popolazione dell'ateneo di Cambridge, sono giunti a questa conclusione dopo aver sequenziato il genoma di circa 500mila persone, provenienti da Stati Uniti, Regno Unito e Svezia. Si è trattato del più grande studio volto a far emergere basi genetiche associate all'orientamento sessuale. L'obiettivo degli scienziati non era identificare l'interesse per l'uno o per l'altro sesso analizzando il DNA, ma comprendere meglio la complessità dei meccanismi associati all'attrazione e al comportamento umano. I profili genetici dei partecipanti sono stati raccolti da due grandi banche genetiche (UK Biobank e 23andMe), mentre le informazioni sull'orientamento sessuale sono state ottenute attraverso appositi questionari, dunque erano auto-dichiarate.

I risultati. Incrociando tutti i dati, come indicato, non è stato trovato alcun gene specifico che possa ricondurre all'orientamento sessuale di una persona. Ganna e colleghi hanno tuttavia individuato cinque varianti genetiche associate all'omosessualità in modo “statisticamente significativo”, più molteplici altre che in qualche modo sembrano avere un'influenza. I ricercatori hanno tenuto a precisare che si tratta di dati preliminari e che tali variazioni, alcune potenzialmente associate all'olfatto, alla calvizie e alla regolazione ormonale, prese singolarmente hanno pochissimo valore pratico. “Messe tutte insieme le cinque varianti che abbiamo trovato spiegano meno dell'1% della variabilità nel comportamento sessuale. È probabile che esistano migliaia di altri geni legati in qualche modo al comportamento sessuale, anche se stimiamo che potrebbero contribuire al massimo per il 25% a questo tratto molto complesso, che dal punto di vista genetico rientra nella normale variabilità umana”, ha dichiarato all'ANSA il dottor Ganna. Come indicato, dunque, l'orientamento sessuale di una persona viene plasmato da una moltitudine di fattori, ambientali, sociali e genetici. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.

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