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Non ci sono prove che il vaccino Covid influenzi la fertilità

Il timore si è sollevato in seguito ad alcune raccomandazioni diffuse dalle autorità sanitarie del Regno Unito che hanno sconsigliato alle future mamme di sottoporsi alla vaccinazione.
A cura di Valeria Aiello
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Nonostante i principali social media stiano eliminando i post contenenti fake news o che scoraggiano esplicitamente l’uso dei vaccini Covid, in rete non mancano voci e affermazioni scettiche attorno alla campagna di immunizzazione. Tra queste, alcune secondo cui il vaccino a mRNA di Pfizer/BioNtech recentemente approvato anche in Europa può causare problemi di fertilità.

Potrebbe ostacolare la formazione della placenta, perché innesca una risposta immunitaria contro una sequenza di amminoacidi trovata sia nella proteina Spike di Sars-Cov-2 sia in una proteina utilizzata nello sviluppo placentare, nota come sincitina-1” si legge in uno dei tanti messaggi sulla questione, un’affermazione che nonostante il linguaggio vagamente scientifico in realtà non ha alcun fondamento. La sincitina-1 non ha infatti nulla a che vedere con la proteina Spike di Sars-Cov-2, per cui associare il rischio di infertilità a un’analogia inesistente non ha davvero alcun senso.

D’altra parte, andando a spulciare tra i commenti degli utenti, balza all’occhio che alcuni timori circa il rischio che la vaccinazione possa interferire con la fertilità si sono sollevati in seguito alle raccomandazioni diffuse dalle autorità sanitarie del Regno Unito che hanno sconsigliato alle donne in gravidanza di sottoporsi alla vaccinazione. In un documento ufficiale, si legge che “se si sta pianificando una gravidanza nei prossimi tre mesi, si dovrebbe ritardare la vaccinazione”. Una frase che, comprensibilmente, ha portato alcune persone a chiedersi il perché di tale indicazione e a ipotizzare un legame diretto con la fertilità.

Sta di fatto che questa raccomandazione non nasconde nulla di sinistro. Nello stesso documento si legge infatti che “le prove finora esaminate non sollevano preoccupazioni per la sicurezza in gravidanza”. Tuttavia, come puntualizzato in un’altra affermazione, prima di consigliare la vaccinazione durante la gravidanza, le autorità britanniche affermano di “voler vedere più dati. È normale prassi, in attesa di dati su qualsiasi medicinale, sconsigliare l’uso per chi sta programmando di avere un figlio e sta allattando”.

Anche l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) ha pubblicato alcune indicazioni per le donne in gravidanza, optando però per un approccio più discreto. “Gli studi sugli animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo post-natale – indica l’ente europeo – . La somministrazione durante la gravidanza deve essere presa in considerazione solo se i potenziali benefici sono superiori ai potenziali rischi per la madre e per il feto”.

Allo stesso modo anche i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) degli Stati Uniti, hanno pubblicato alcune raccomandazioni per le donne in gravidanza, concludendo che “la vaccinazione è una scelta personale” in attesa di ulteriori studi che valutino la sicurezza dei vaccini quando somministrati durante la gravidanza.

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