Nokia 9 PureView: scatena la tripofobia, la paura dei buchi. E’ colpa delle sue 5 fotocamere
Nokia ha da poco presentato il suo nuovo smartphone, il Nokia 9 PureView, e già tutti ne parlano: ma non solo per questioni tecnologiche. Le 5 fotocamere di cui è dotato infatti stanno infatti scatenando la tripofobia tra gli utenti. Vediamo insieme di cosa si tratta e come possiamo sconfiggerla.
Nokia 9 PureView e fotocamere. Sul posteriore del nuovo smartphone Nokia sono state installate 5 fotocamere posizionate circolarmente a distanza regolare e composte da due sensori RGB e tre sensori monocromatici che permettono di ‘raccogliere’ molta più luce dall’ambiente esterno riuscendo così a realizzare fotografie anche in condizioni di poca luminosità. Il problema, se così possiamo definirlo, è che il modo in cui sono state posizione ad alcuni sta creando non pochi fastidi. Il motivo? Le fotocamere scatenano la tripofobia.
Tripofobia, cos’è. La tripofobia è la fobia dei buchi, non di semplici buchi, ma di una moltitudine di buchi uno accanto all’altro, come il fiore di loto o gli alveari. Basta osservare alcuni buchi vicini posizionati regolarmente e perfettamente tra loro perché il tripofobico inizi ad avere nausea e vomito, eccessiva sudorazione, pelle d’oca e, nel cui più gravi, attacchi di panico: in generale però la tripofobia si presenta con un forte senso di disgusto e repulsione nei confronti dei pattern di buchi. Le cause di questa fobia sembrano essere ataviche, poiché il nostro cervello assocerebbe questi pattern a quelli presenti su animali pericolosi (pelle del serpente) o sulla nostra pelle a causa di malattie infettive.
Nokia e tripofobia. La disposizione delle fotocamere del nuovo Nokia 9 PureView è regolare e circolare e, ai più sensibili, potrebbe provocare il senso di ribrezzo tipico della tripofobia che, di solito, si cura facendosi forza e osservando a lungo ciò che la scatena per poter abituarsi piano piano e rendersi conto di avere di fronte un innocuo fiore, o uno smartphone in grado di farci scattare e pubblicare sui social immagini perfette anche in condizioni di scarsa luminosità.