No a smartphone e tablet per i bambini sotto i 2 anni: i pediatri italiani spiegano perché
Non dare mai smartphone e tablet ai bambini sotto ai due anni di età e limitarne rigidamente l'uso per quelli più grandi. I piccoli tra i 2 e i 5 anni non devono superare l'ora al giorno, mentre a quelli tra i 5 e gli 8 anni si possono concedere al massimo due ore dietro allo schermo. Infine, i dispositivi elettronici vanno assolutamente vietati durante i pasti e prima di andare a dormire.
Quelle che per alcuni potrebbero apparire come cattiverie, sono in realtà le inedite linee guida della Società italiana di pediatria (SIP), che per la prima volta ha presentato un documento ufficiale sulla gestione sana di smartphone, tablet e altri strumenti digitali con i più piccoli. Del resto questi oggetti sono diventati onnipresenti nella nostra vita lavorativa, sociale e affettiva, talvolta rendendosi persino indispensabili, alimentando di conseguenza la curiosità dei bambini, attratti da suoni, luci e immagini.
Troppo spesso i genitori più distratti ‘abbandonano' i propri figli innanzi a questi dispositivi, anche per tenerli buoni e calmarli. E non è un comportamento corretto, come dimostrato dagli autori del documento, presentato a Roma in occasione del 74° Congresso italiano di pediatria e pubblicato sulla rivista specializzata Italian Journal of Pediatrics.
Gli scienziati, guidati da Alberto Villani e Elena Bozzola, rispettivamente presidente e segretaria nazionale della SIP, hanno condotto un'approfondita analisi sugli effetti dell'esposizione a questi dispositivi sulla salute mentale e fisica dei bambini, sulla base della quale hanno realizzato le linee guida. “Nessuna criminalizzazione delle tecnologie digitali. Ma come pediatri che hanno a cuore la salute psicofisica dei bambini non possiamo trascurare i rischi documentati di un'esposizione precoce e prolungata a smartphone e tablet”, ha dichiarato il professor Villani.
Del resto il loro uso si riflette sulla qualità del sonno, sullo sviluppo neurologico e cognitivo, sulle relazioni sociali, sulla vista e su molto altro ancora, per questo limitarne l'uso non può che far bene alla salute dei piccoli. Ma anche a quella dei genitori, dato che, secondo la dottoressa Bozzola dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, dovrebbero essere i primi a dare "il buon esempio" sul loro utilizzo.
[Credit: Andi_Graf]