Nespoli è tornato fra le stelle: la Soyuz in volo verso la Stazione Spaziale Internazionale
L'astronauta italiano Paolo Nespoli è di nuovo nello spazio. Alle 21:41 ora locale, le 17:41 in Italia, il razzo russo Soyuz ha infatti eseguito in perfetto orario il lift off dal cosmodromo di Baykonur, nelle steppe nel Kazakistan, e il suo equipaggio alloggiato nell'omonima navetta si sta dirigendo ad altissima velocità verso la Stazione Spaziale Internazionale, che orbita a 400 chilometri di altezza.
Dopo lo spettacolare decollo, durante il quale sono state bruciate centinaia di tonnellate di propellente per permettere la spinta oltre l'atmosfera terrestre, in una decina di minuti il razzo ha perduto in successione i vari booster e i tre stadi del motore, lasciando “libera” la navetta Soyuz di proseguire il suo affascinante viaggio. Nelle prossime ore raggiungerà la velocità incredibile di 27mila chilometri orari, che gli permetterà di affiancarsi alla ISS per avviare le delicatissime procedure di aggancio. I due oggetti, infatti, si troveranno fianco a fianco e dovranno letteralmente “baciarsi”.
L'aggancio vero e proprio è previsto per mezzanotte e una manciata di minuti di sabato 29 luglio, ma soltanto alle 2:00 del mattino Paolo Nespoli e i due colleghi Randy Bresnik e Sergey Ryazanskiy potranno salire a bordo della stazione orbitante. I tre astronauti nei primi minuti dopo il decollo, durante i quali hanno dovuto sopportare un'accelerazione di ben 3,5g, hanno mostrato tranquillità e anche qualche sorriso, col nostro connazionale intento a salutare verso la telecamera installata a bordo della Soyuz.
Nespoli per i prossimi sei mesi sarà impegnato nella missione VITA per conto dell'Agenzia spaziale italiana (ASI), e prenderà parte a un totale di ducento esperimenti, tra test tecnologici e biomedici. La nuova avventura nello spazio, la terza per l'astronauta sessantenne, potrebbe essere l'occasione per la sua prima "passeggiata spaziale", un'esperienza che tra gli astronauti italiani è stata fatta solo da Luca Parmitano nel 2013.
[Foto di ESA]