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Nelle spugne per lavare i piatti si nasconde l’arma segreta contro la resistenza ai farmaci

Gli scienziati hanno scoperto che nelle spugne che utilizziamo per lavare i piatti si nascondono alcuni virus, batteriofagi, che riescono ad uccidere i batteri, anche quelli resistenti agli antibiotici che causa infezioni che non curate possono essere pericolose per la nostra salute. Vediamo insieme i dettagli di questa scoperta.
A cura di Zeina Ayache
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Nelle spugne che utilizziamo per lavare i piatti si nascondo alcuni batteriofagi, virus che infettano i batteri, che potrebbero rappresentare un’arma segreta per combattere la resistenza gli antibiotici, una piaga sanitaria oggi troppo sottovalutata che potrebbe rappresentare un vero ed enorme problema per la nostra salute domani (e in alcuni casi anche già oggi). Vediamo insieme come gli scienziati sono giunti a questa scoperta e quali sono le implicazioni per noi.

Spugne in cucina, armi segrete. Gli esperti spiegano che le spugne che utilizziamo in cucina sono esposte a tutti i tipi di microbi possibili che formano un vasto microbioma di batteri. I fagi sono le particelle biologiche più abbondanti sul pianeta e si trovano ovunque ci siano batteri, per questo gli scienziati hanno analizzato le spugne che abbiamo in cucina: vista ‘la vita che fanno’ era molto probabile che si potessero trovare che virus.

Lo studio. Per comprendere però quale potesse essere il ruolo effettivo di questi batteriofagi, gli scienziati hanno raccolto quelli presenti nelle loro spugne da cucina, li hanno isolati e poi hanno provato ad infettare altri batteri, nello specifico quelli della famiglia Enterobacteriaceae che si trovano nel nostro intestino dove possono essere causa di infezioni, così facendo hanno visto che effettivamente i fagi riuscivano ad ucciderli.

Sconfiggere la resistenza agli antibiotici. La dimostrazione della capacità dei batteriofagi presenti nelle nostre spugna in cucina di sconfiggere i batteri della famiglia Enterobacteriaceae dimostrerebbe la possibilità di contrastare, almeno in parte, la resistenza agli antibiotici attualmente utilizzati che, appunto, in alcuni casi non sono più efficaci. Sfruttando infatti le tipologie di batteri che un batteriofago può infettare, spiegano gli esperti, si potrebbe trovare “la chiave che determina l’abilità di trattare infezione specifiche resistenti agli antibiotici”.

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