Nebulosa Saturno, le immagini dei lampi colorati e degli strani gusci di gas

Un'immagine ad altissima risoluzione ha messo in mostra i segreti della Nebulosa Saturno, che emerge dallo spazio profondo in un tripudio di colori e affascinanti strutture concentriche prodotte dai gas. Lo spettacolare scatto è stato ottenuto grazie allo strumento MUSE (Multi Unit Spectroscopic Explorer) installato su uno dei quattro grandi telescopi VLT (Very Large Telescope) dell'osservatorio cileno dell'ESO, puntato sull'oggetto celeste proprio per ottenere informazioni sull'origine di queste peculiari strutture che caratterizzano le nebulose planetarie.
Nonostante il nome, coniato dall'astronomo William Herschel nel 1780 che le scambiò per pianeti in formazione, le nebulose planetarie non hanno nulla a che vedere con i pianeti, ma sono vere e proprie ‘esplosioni' di gas ionizzato generate da alcune tipologie di stelle al termine del proprio ciclo vitale. La Nebulosa Saturno, così chiamata perché la sua affascinante silhouette ricorda quella del ‘Signore degli Anelli‘, si trova a 5mila anni luce dalla Terra ed è inquadrata nella costellazione dell'Acquario. In origine era una stella con una massa contenuta, ma dopo essere passata alla fase di gigante rossa ha iniziato a rilasciare nello spazio interstellare i suoi “gusci” più esterni, producendo lo spettacolare effetto a bolle visibile nell'immagine immortalata dall'ESO.

Ciò che si può osservare al centro della nebulosa è proprio la stella (non sempre presente in questi oggetti celesti) sotto forma di nana bianca, ormai morente. Gli spettacolari colori blu e rosa delle nubi di gas che la circondano sono scaturiti dal vento solare e dalla radiazione ultravioletta che origina dal nucleo dell'astro. I ricercatori dell'ESO, coordinati dal dottor Jeremy Walsh, puntando la nebulosa col MUSE hanno scoperto nuovi aloni e gusci di materiale che interagiscono con quelli già noti dalle precedenti osservazioni. Tra essi vi è anche una struttura a forma di onda che Walsh e colleghi non hanno ancora ben compreso.

Le particelle di polvere brillante sono distribuite in tutta la nebulosa (nota anche col nome di NGC 7009), ma al centro della struttura sembra che esse vengano distrutte da qualche fenomeno. È probabile che si tratti della stessa onda d'urto che ha generato i vari gusci concentrici visibili nello scatto. Walsh e colleghi hanno anche ottenuto uno spettro della sua luce, grazie al quale stanno raccogliendo dati chimici e fisici. Serviranno a comprendere le ragioni per cui le nebulose prendono queste forme così bizzarre e affascinanti.
[Credit: ESO]