Nature, quella contro la sperimentazione animale è una “legge miope”
La ricerca italiana torna ad essere messa sotto accusa dalla stampa specializzata internazionale. Dopo l'attacco per l'atteggiamento ondivago sul metodo Stamina, Nature Neuroscience dedica un editoriale all'Italia intitolato eloquentemente "la ricerca biomedica italiana sotto attacco". La lente internazionale torna sul nostro paese in occasione dell'approvazione preliminare di una legge contro la sperimentazione animale. Una legge definita "miope" dal giornale britannico e che sarebbe solo l'ultima tappa degli ultimi due anni che "sono stati un periodo molto duro per gli scienziati italiani". Il testo legislativo potrebbe "minare le fondamenta – secondo il Nature Neuroscience – di quasi tutta la ricerca biomedica del paese". Una responsabilità che per gli inglesi cade sul governo, ma anche sugli scienziati, "colpevoli di non aver spiegato in termini adeguati i metodi e i fini della loro ricerca, facendo sì che false informazioni e sfiducia si diffondessero tra la popolazione".
Michela Matteoli, ricercatrice presso l'Università di Milano premiata ai "Nature Award for Mentoring in Science" per gli studi sulle sinapsi del cervello, difende la categoria. Matteoli ha ricevuto il premio dallo stesso direttore di Nature Neuroscience, Philip Campbell, e pur condividendo le preoccupazioni del periodico, sottolinea che in realtà gli scienziati hanno più volte provato a spiegare all'opinione pubblica l'importanza della sperimentazione animale e le cautele volte a tutelare le cavie, "ma di fronte all'uso dell'emotività non abbiamo strumenti. I servizi in tv parlano di sperimentazione mandando in onda immagini di gattini maltrattati. Ma noi usiamo topi e seguiamo fior di controlli e precauzioni, previsti già dalla legge attuale".
La legge contestata dalla rivista internazionale è stata approvata in via preliminare lo scorso 21 novembre. Si tratta della legge 96 del 6 agosto, che vieta l'allevamento e l'uso in laboratorio di cani, cani e primati. Non è tuttavia questa la disposizione che allarma gli studiosi, tanto più che l'80% delle cavie in Europa è costituito dai piccoli roditori (topi in primis) e che la sperimentazione sugli scimpanzé è stata già vietata negli Usa. L' "attacco alla ricerca" annunciato da Nature Neuroscience è rappresentato dal divieto di xenotrapianti di cellule ed organi da una specie all'altra. Un limite considerato ostativo per un laboratorio su due, dato che l'iniezione di cellule cancerogene e di farmaci in fase sperimentale si basa proprio sugli xenotrapianti. Come conferma Pier Paolo Di Fiore, ex direttore dell'istituto di ricerca oncologica Ifom e professore all'università di Milano, "la nuova legge ostacolerebbe la ricerca di nuove terapie contro il cancro. Il problema riguarda gli xenotrapianti, ma anche i test di tossicità dei nuovi farmaci".