Nature attacca l’Italia e il Vaticano sulle staminali: “False speranze ai malati”
La rivista scientifica "Nature" non dà spazio a dubbi: il metodo stamina non funziona e "sfrutta la disperazione di malati e disabili". La comunità scientifica ufficiale, che spesso parla attraverso le pagine di "Nature", ammette nell'editoriale "Fumo e specchi" che l'uso delle cellule staminali rappresenta una frontiera importante della medicina e che i progressi sono costanti, ma il caso italiano porterebbe ad una deregulation di una terapia che richiede ancora molta ricerca. Ferma restando la necessità di portare rapidamente il trattamento con le staminali "dal banco di laboratorio al letto del malato", il trattamento non regolamentato "è preoccupante".
Il Metodo Stamina, come noto, fu adoperato per la prima volta nell'Ospedale di Brescia come "terapia compassionevole", ovvero come cura da poter adoperare nel caso di malattie incurabili, purché la sperimentazione sia in fase avanzata e il paziente ne tragga beneficio. In assenza di una sufficiente documentazione presentata da Stamina Foundation, la somministrazione della cura venne vietata. Seguì il servizio de Le Iene e il sì del Senato al Decreto Balduzzi, su cui si sofferma la denuncia del Nature: "Il 10 aprile i senatori hanno modificato un decreto già controverso con una clausola che svincolerebbe le terapie a base di staminali da ogni supervisione regolatoria, riclassificandole come un trapianto di tessuti". Nelle accuse della rivista scientifica si leggono la preoccupazione per un metodo ritenuto pericoloso e per una gestione politica poco chiara:
Molti scienziati in tutto il mondo sono scioccati da quello che sta succedendo a Roma, e giustamente. E' sbagliato sfruttare la disperazione di disabili e malati terminali ed alimentare false speranze di rapide guarigioni. Ed è sbagliato cercare di usare questi pazienti come animali da laboratorio, bypassando le agenzie regolatorie, come il Parlamento italiano sembra voler fare.
Il meeeting internazionale dell'11-13 aprile nel Vaticano è il secondo passaggio su cui si sofferma la rivista. Dalla Città Santa non è stato lanciata, in quell'occasione, alcuna denuncia ai trattamenti con le staminali. La contesa sfugge alla solita dicotomia Chiesa-scienza e torna all'accusa di dare false speranze ai malati. Nature invita con fermezza a rifiutare la rappresentazione fin troppo ottimistica di una pratica prossima all'uso clinico per qualsivoglia malattia incurabile:
Dopo la fumata bianca che in Vaticano ha annunciato l'elezione del nuovo Papa una cappa ancora più cupa incombe sulla Città eterna. Una nebbia di confusione e di informazioni fuorvianti in materia di terapie a base di cellule staminali. Coloro che hanno acceso il fuoco del dibattito sostengono che stanno promuovendo il trasferimento della ricerca sulle staminali nella pratica clinica, così che malattie oggi incurabili possano essere trattate. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità.