Narcolessia: significato, cause e sintomi della malattia che toglie il sonno
La narcolessia è una malattia neurologica troppo spesso associata a sintomi e stereotipi piuttosto pittoreschi. L'immagine più celebre che viene in mente quando si parla di narcolessia è quella di una persona che si addormenta nel bel mezzo di una conversazione, magari a tavola: cosa che, in effetti, può capitare, ma che, allo stesso tempo, non è così comune come si potrebbe pensare. La narcolessia non è una semplice, né tantomeno divertente, forma di sonnolenza cronica ma rappresenta una condizione estremamente complessa da gestire per chi ne è affetto. La parola narcolessia deriva dal greco e significa letteralmente "essere preso dal sonno".
Sintomi della narcolessia
La narcolessia rientra tra le ipersonnie del sistema nervoso centrale, gruppo di disturbi cronici del sonno, e si caratterizza, in primo luogo, per una eccessiva sonnolenza diurna: durante il giorno, i narcolettici combattono contro il sonno cosicché, quelli che possono, si fermano per fare delle brevi dormite che non superano il quarto d'ora. Tale necessità è conseguenza di un sonno notturno disturbato che può portare il narcolettico a non dormire anche per diversi giorni. Da ciò si intuisce come la narcolessia non abbia nulla a che fare con la pigrizia, dal momento che la sonnolenza neurologica risulta del tutto incontrollabile e indipendente dalla volontà.
Sintomi della narcolessia legati al sonno disturbato sono le paralisi del sonno, un risveglio terrificante in cui il corpo risulta completamente bloccato, al punto da sentire un peso sul petto che impedisce la respirazione; spesso tali paralisi sono accompagnate da spaventose allucinazioni notturne, visive o uditive, che vengono percepite come reali. Nell'impossibilità di muoversi e di uscire "dal sogno", benché svegli, si vivono istanti di puro terrore. Si calcola che circa una persona su tre ha vissuto nella propria vita un'esperienza simile: per i narcolettici si tratta di qualcosa di molto più ricorrente.
La cataplessia è un altro dei sintomi della narcolessia che si manifesta in veri e propri cedimenti che possono portare a dei crolli più simili agli svenimenti che al sonno vero e proprio. Tali crolli si verificano in occasione di sforzi fisici, o quando un'emozione scuote il narcolettico: emozione può essere anche una gran risata, un pianto, la rabbia o il ricordo di qualcosa. Questo ha spesso portato a far confusione tra colpo di sonno e narcolessia: in realtà si tratta di due fenomeni radicalmente diversi, perché, durante lo svenimento, che è più che altro una perdita di tono muscolare, la persona resta cosciente ed è, spesso, in grado di ascoltare e ricordare quello che gli accade attorno.
In alcuni casi, la narcolessia non si manifesta esclusivamente con il sonno: in questi casi porta irascibilità, iperattività, tristezza, nonché disturbi alle facoltà cognitive che implicano cali di attenzione, mancanza di memoria, sensazione di stordimento.
Cause della narcolessia
La narcolessia è causata dalla progressiva perdita dei neuroni che producono un neurotrasmettitore chiamato ipocretina, o oressina, che è indispensabile per regolare il ritmo del sonno-veglia. Si crede che l'origine della narcolessia sia autoimmune, ossia lo stesso sistema immunitario attacchi le cellule nervose responsabili della produzione di ipocretina. In generale, i sintomi fondamentali elencati sono riconducibili ad un'alterazione del sonno e, in particolare, della fase REM: da qui gli "attacchi di sonno" che possono manifestarsi ogni 90/120 minuti e necessitari all'incirca di quindici minuti di riposo.
Diagnosi della narcolessia
In presenza dei sintomi tipici della narcolessia, una volta escluse altre possibili cause, è opportuno rivolgersi a centri specializzati di medicina del sonno per verificare se si è affetti dalla malattia neurologica. Per avere una diagnosi certa di narcolessia è opportuno ricorrere alla polisonnografia, test che, attraverso elettrodi installati sul paziente, è in grado di monitorare e registrare i diversi parametri del sonno: il narcolettico si distingue proprio perché il suo addormentamento è immediatamente seguito dalla fase REM, cosa per cui occorre più tempo nel caso di un soggetto sano.
Terapia della narcolessia
La narcolessia è una malattia cronica, dunque non esiste una cura riconosciuta per essa e non si guarisce. Ecco perché è necessario adeguare lo stile di vita alla condizione in modo da renderla il meno invalidante possibile: informare gli insegnanti o i datori di lavoro è fondamentale per riuscire, qualora possibile, a pianificare dei brevi pisolini (soprattutto dopo i pasti) che aiutino a controllare la sonnolenza diurna, riducendo così gli attacchi improvvisi; una sorta di terapia del sonno programmato. Importante anche avere una dieta a base di alimenti leggeri, soprattutto quando ci si accinge a svolgere attività pesanti o impegnative dal punto di vista emotivo e fisico.
Il paziente narcolettico può assumere dei farmaci (talvolta ne ha effettivamente bisogno): stimolanti per restare sveglio durante il giorno o medicinali che aiutino a regolare il sonno notturno.
Persone famose narcolettiche
Si dice che Winston Churchill fosse narcolettico; lo stesso anche di Thomas Edison e Louis Braille, così come di Harriet Tubman, attivista afro-americana per l'abolizione della schiavitù. In realtà, quando si parla di personaggi del passato non è mai possibile avere la certezza. C'è addirittura chi ha avanzato l'ipotesi che lo stesso Dante Alighieri fosse narcolettico ed è superfluo sottolineare che l'idea, benché possa avere un certo fascino per spiegare i suoi colpi di sonno, resta comunque piuttosto aleatoria.