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Mucche clonate per produrre latte senza lattosio

Geneticamente modificate per rimuovere le proteine che causano l’intolleranza al lattosio: “Il prossimo passo è ottenere una mandria di diverse dozzine di mucche”.
A cura di Valeria Aiello
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Sviluppare una razza di bovini che produca naturalmente latte senza lattosio. È l’obiettivo su cui lavora un team di scienziati dello Skeltech Institute di Mosca, lo stesso che ha annunciato di aver prodotto la prima mucca clonata in vita del Paese e ora sta modificando i suoi geni nella speranza di produrre latte ipoallergenico. Alla nascita, nell’aprile 2020, il vitello pesava circa 64 chili e “da maggio è al pascolo quotidiano con le altre mucche dell’Istituto” ha affermato Galina Singina, ricercatrice presso l'Ernst Federal Science Center for Animal Husbandry e autrice principale di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Doklady Biochemistry and Biophysics.

Singina ha collaborato con i colleghi dello Skoltech Institute e dell'Università statale di Mosca per “eliminare” i geni responsabili della beta-lattoglobulina, la proteina responsabile dell’intolleranza al lattosio, dunque clonare un vitello utilizzando il trasferimento di cellule somatiche (SCNT), con il nucleo di una cellula di un donatore trasferito in una cellula uovo con il suo nucleo rimosso. L’embrione risultante è stato quindi impiantato nell’utero di una mucca e la gravidanza portata a termine.

I numeri indicano che il 70% delle persone al mondo soffre di qualche forma di malassorbimento del lattosio che rende difficile la digestione del latte e di altri prodotti lattiero-caseari. “La clonazione di una singola mucca è in realtà solo un test – ha spiegato Petr Sergiev, professore dello Skoltech Institute e coautore dello studio – . Il prossimo passo è ottenere una mandria di diverse dozzine di mucche da embrioni geneticamente modificati”.

Anche altrove i ricercatori stanno clonando i bovini, come in Nuova Zelanda, dove un team di ricercatori ha utilizzato un metodo di clonazione analogo per creare mucche con le macchie grigie invece del tradizionale nero, per ridurre la quantità di calore assorbita dall’animale durante il pascolo. I due vitelli nati dall’esperimento hanno permesso di confermare le macchie grigie argento, sebbene entrambi siano morti dopo diverse settimane: uno ha dovuto essere soppresso e l’altro è morto a causa di un’infezione a causa del processo di clonazione.

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