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Morto Riccardo Giacconi, Nobel per la Fisica e padre dell’astronomia a raggi X

Il ‘papà’ dell’astronomia a raggi X ci ha detto addio all’età di 87 anni, Riccardo Giacconi si è spento a San Diego. Nato nel 1931, Giacconi è un importantissimo fisico italiano e vincitore del Premio Nobel per la Fisica grazie ai suoi studi sull’astronomia a raggi X che ci hanno permesso di conoscere il lato ‘violento’ dell’Universo.
A cura di Zeina Ayache
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Riccardo Giacconi, il Nobel per la Fisica 2002, è morto all'età di 87 lo scorso 9 dicembre a San Diego. Celebre per essere considerato il padre dell'astronomia a raggi X, Giacconi ha pubblicato ricerca che ci hanno permesso di conoscere meglio il lato ‘violento' dell'universo, fatto di stelle cannibali, buchi neri, e immani esplosioni, ecco cosa c'è da sapere su di lui.

87 anni di storia. Riccardo Giacconi è nato a Genova nel 1931, ma ha vissuto a lungo a Milano dove ha potuto formarsi e laurearsi con Giuseppe Occhialini, padre dello studio dei raggi gamma, all'Università Statale. Negli anni '60, Giacconi si trasferisce negli Stati Uniti dove inizia a studiare la radiazione X proveniente da cosmo. Una volta divenuto cittadini americana, l'uomo inizia ad approfondire le sue ricerca sull'astronomia non filtrata dall'atmosfera terrestre. Grazie ai suoi studi, Giacconi è riuscito a scoprire la prima sorgente cosmica a raggi X, Scorpius X-1, nel 1962 e ha progettare e lancare nel 1970 il primo satellite dedicato a queste lunghezze d'onda, Uhuru della NASA.

Nobel 2002. Grazie alla sue ricerca sulla radiazione X e le implicazioni cosmologiche, nel 2002, Riccardo Giacconi ha ottenuto il premio Nobel per la Fisica. In pratica, Giacconi è riuscito a permettere di comprendere le caratteristiche delle Pulsar, i buchi neri, le nane bianche, le stelle di neutroni, gli ammassi di galassie con l'utilizzo dei raggi X in astronomia.

La carriera. Giacconi è stato professore di astrofisica presso l'Harvard University, dal 1973 al 1982, alla Johns Hopkins University di Baltimora da, 1981 al 1999, e all'Università di Milano dal 1991 al 1999. Inoltre è stato direttore dell'Istituto americano per il telescopio spaziale di Baltimora dal 1981 al 1992 e direttore generale dell'Osservatorio europeo meridionale (ESO) di Garching dal 1993 al 1999.

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