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Missione compiuta: Rosetta è atterrata (per sempre)

Fine delle comunicazioni. Adesso la missione dell’ESA può entrare nei libri di storia.
A cura di Nadia Vitali
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Fine della corsa: la missione storica di Rosetta, la prima che ha portato qualcosa di umano su una cometa con il suo robottino Philae, si è conclusa con un "impatto controllato" che gli scienziati dell'European Space Agency avevano studiato nel dettaglio negli ultimi due anni. La conferma dell'avvenuto atterraggio è arrivata al centro di controllo dell'ESA di Darmastadt, in Germania, alle 13:19. A partire dalla notte scorsa, la sonda aveva iniziato il suo progressivo avvicinamento da un'altezza di circa 19 chilometri, giungendo fino all'area designata, sul lobo più piccolo della 67P/Churyumov–Gerasimenko, nei pressi di una regione molto attiva, chiamata Ma’at, di grande interesse per gli astronomi: sì, perché fino all'ultimo ha continuato a studiare.

Il sito di atterraggio di Rosetta nel contesto della cometa (Copyright CIVA: ESA/Rosetta/Philae/CIVA; NAVCAM: ESA/Rosetta/NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0; OSIRIS: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA; ROLIS: ESA/Rosetta/Philae/ROLIS/DLR)
Il sito di atterraggio di Rosetta nel contesto della cometa (Copyright CIVA: ESA/Rosetta/Philae/CIVA; NAVCAM: ESA/Rosetta/NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0; OSIRIS: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA; ROLIS: ESA/Rosetta/Philae/ROLIS/DLR)

Si chiudono così 12 anni di missione, iniziati nel marzo del 2004 con il lancio avvenuto dal centro spaziale di Kourou, in Guyana francese. In realtà, l'intero progetto, dalla fase di pianificazione, accettazione e preparazione, ha richiesto ben 31 anni e, del resto, non poteva essere altrimenti: Rosetta è riuscita per prima a concedere agli scienziati l'opportunità di conoscere i segreti di questi affascinanti oggetti celesti, ritenuti fondamentali per la nascita della vita sulla Terra.

Durante la discesa, Rosetta ha osservato "da vicino" i gas della cometa, le polveri e l'ambiente più prossimo alla sua superficie, raccogliendo immagini in elevatissima risoluzione che forniranno materia agli studiosi per i prossimi mesi (o anni): di particolare interesse, piccoli crateri attivi che rappresentano una finestra unica per "spiare" all'interno della cometa. Poi, dopo lo schianto, il buio. Rosetta non può più comunicare con la Terra. È finita ed è pronta per entrare "nei libri di storia" come ha sottolineato il direttore generale dell'ESA, Johann-Dietrich Wörner: "una missione che ha superato tutti i nostri sogni e le nostre aspettative".

Rappresentazione artistica dell'impatto di Rosetta sulla cometa (Immagine ESA/ATG medialab)
Rappresentazione artistica dell'impatto di Rosetta sulla cometa (Immagine ESA/ATG medialab)

Molte sono state le sorprese scoperte grazie alla sonda durante gli anni della sua missione, non ultima la curiosa forma della cometa, rivelatasi soltanto quando Rosetta si è avvicinata durante l'estate del 2014 alla 67P/Churyumov–Gerasimenko. Gli scienziati adesso suppongono che i due lobi della cometa si siano formati in maniera indipendente, per poi unirsi nell'ambito di una collisione a bassa velocità durante i primi giorni del Sistema Solare. Quella stessa forma – è stato osservato – è responsabile delle stagioni cometarie, del modo in cui la polvere si muove sulla sua superficie e delle variazioni misurate nella densità e nella composizione dell'atmosfera della cometa, o chioma. E poi ci sono state le rilevazione di gas, incluso ossigeno molecolare ed azoto, nonché l'acqua dal sapore differente da quello degli oceani terrestri. Soprattutto, Rosetta e Philae hanno aiutato a rispondere al grande quesito degli studiosi, relativo alla possibilità che le comete ospitassero gli "ingredienti" ritenuti fondamentali per l'origine della vita, con grande soddisfazione per gli scienziati.

Le comete sono come delle capsule del tempo contenenti materiali primitivi risalenti all'epoca in cui il Sole e pianeti erano in fase di formazione: ecco perché conoscerne i gas, la polvere, la struttura del nucleo e i materiali organici associati, sia dall'alto sia sulla superficie, è stato fondamentale per le indagini relative alla storia e all'evoluzione del Sistema Solare.

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