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Missione BepiColombo, tutto pronto per il lancio: l’Europa alla “conquista” di Mercurio

Il razzo Ariane 5 di 55 metri che proietterà le due sonde MPO e MMO verso Mercurio è sulla rampa di lancio della base europea di Kourou, nella Guyana francese, pronto al decollo al termine del conto alla rovescia. Il “lift off” è previsto alle 3:45 ora italiana di sabato 20 ottobre. Gli orbiter raggiungeranno Mercurio nel 2025 e ne studieranno a fondo superficie, magnetosfera, esosfera e interazione col Sole: 4 strumenti su 11 a firma italiana.
A cura di Andrea Centini
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Credit: ESA
Credit: ESA

Dopo numerosi rinvii la missione BepiColombo dell'Agenzia spaziale Eeuropea (ESA) e dell'Agenzia spaziale giapponese (JAXA) dedicata allo studio di Mercurio è finalmente giunta ai nastri di partenza. Alle 3:45 ora italiana del 20 ottobre, infatti, se i tempi saranno rispettati dalla base di Kourou nella Guyana francese decollerà il razzo Ariane 5 con a bordo le due sonde destinate all'analisi del pianeta più vicino al Sole. Si tratta della prima missione spaziale dell'ESA diretta verso Mercurio, che in passato è stato raggiunto soltanto da un paio di sonde della NASA, la Mariner 10 nel 1974 e la più recente MESSENGER che ha operato tra il 2008 e il 2011.

Il piccolo pianeta, considerato il “proiettile” del Sistema solare per via della sua elevata velocità, è un bersaglio molto ostico da raggiungere a causa dell'attrazione gravitazionale del Sole, per questa ragione serve tantissima energia, più di quella necessaria per arrivare al lontanissimo pianeta nano Plutone. Le sonde a bordo del modulo Mercury Transfer Module (MTM) saranno dunque costrette a fare vari “balzelli” tra le orbite della Terra, di Venere e dello stesso Mercurio per frenare e a arrivare destinazione, un traguardo previsto per il dicembre del 2025.

Gli obiettivi della missione BepiColombo, così chiamata per omaggiare il fisico, matematico e astronomo padovano Giuseppe Colombo (1920 – 1984), sono molteplici, grazie ai diversi strumenti equipaggiati sul Mercury Planetary Orbiter (MPO) e sul Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO). La prima sonda è dedicata allo studio della superficie e della struttura interna del pianeta, mentre la seconda, come suggerisce il nome, analizzerà principalmente la magnetosfera, ma anche le onde e le particelle. Tra gli obiettivi scientifici vi sono anche lo studio dei moti e delle origini di un pianeta prossimo alla stella di riferimento, l'investigazione dell'esosfera e persino una dimostrazione della Teoria della Relatività di Einstein.

Come avvenuto per altre importanti missioni planetarie dell'ESA, nel cuore delle due sonde c'è tantissima Italia, che partecipa grazie alla collaborazione dell'Agenzia spaziale italiana, dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e delle aziende Leonardo Thales Alenia Space e Telespazio. Ben quattro degli 11 strumenti dei due orbiter hanno un principal investigator italiano:

  • ISA (Italian Spring Accelerometer), guidato da Valerio Iafolla dell'INAF-IAPS, condurrà verifiche sulla Teoria della Relatività di Einstein;
  • SERENA (Search for Exosphere Refilling and Emitted Neutral Abundances), con a capo Stefano Orsini dell'INAF-IAPS, analizzerà magnetosfera, esosfera e interazioni del vento solare col pianeta grazie ai due analizzatori di particelle neutre (NPA) ELENA e STOFIO;
  • MORE (Mercury Orbiter Radio science Experiment), guidato dal professor Luciano Iess dell'Università Sapienza di Roma, fra i vari obiettivi ha lo studio del nucleo e del campo gravitazionale di Mercurio;
  • SIMBIO-SYS (Spectrometers and Imagers for MPO BepiColombo Integrated Observatory), coordinato da Gabriele Cremonese dell'Inaf-Osservatorio astronomico di Padova, studierà la superficie di Mercurio con le camere HRIC e STC e lo spettroscopio VIHI.
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