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Metà Uomo, metà Neanderthal: di chi sono i due crani trovati in Cina?

I crani fossili sono sensibilmente deteriorati e i ricercatori non hanno potuto ancora eseguire l’analisi del DNA, l’unica che al momento potrebbe dare una risposta esaustiva sul loro inquadramento evolutivo.
A cura di Andrea Centini
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Un team di paleoantropologi cinesi e americani ha scoperto nel sito di scavo di Lingjing (Cina) una coppia di peculiari crani fossili risalenti a circa 100mila anni fa, che potrebbero gettare nuova luce sulla storia dell'evoluzione umana e forse sullo sfuggente ‘Homo di Denisova‘, un ominide del quale sono noti pochissimi reperti recuperati in Siberia nel 2008. A causa delle condizioni deteriorate, gli scienziati non sono ancora riusciti ad estrarre il DNA dai due crani, dunque manca ancora la prova regina in grado di collocare con esattezza gli ominidi cui appartenevano, tuttavia le evidenze rilevate dalle analisi morfologiche raccontano una storia incredibilmente affascinante. I crani presentano infatti un misto di caratteristiche riscontrabili sia nell'uomo di Neanderthal che nel primitivo Homo sapiens originario dell'Africa, che all'epoca aveva già iniziato a migrare in altri continenti.

I crani, ai quali mancano quasi completamente le parti facciali e mascellari, hanno innanzitutto un volume stimato di 1.800 centimetri cubi, una dimensione che è al limite sia per l'uomo di Neanderthal che per l'uomo moderno. Le arcate sopracciliari, pur essendo prominenti, hanno ossa decisamente meno robuste rispetto a quelle dei Neanderthal e sono più affini a quelle dei fossili di Homo sapiens, mentre quelle legate all'apparato uditivo ricordano proprio quelle dell'Homo neanderthalensis. Dell'Homo di Denisova, conosciuto curiosamente anche col nome di Donna X (pur non essendo noto il sesso dei reperti recuperati), sono disponibili solo una falange e un paio di denti, e non si ha alcuna conoscenza della forma del suo cranio.

Benché i ricercatori non lo abbiano dichiarato apertamente, tutti gli indizi portano a pensare che i crani recuperati appartengano proprio a questa criptica specie di ominide, che si ritiene sia vissuta tra i 100 e i 500 mila anni anni fa, incrociandosi sia con i Neanderthal che con l'Homo sapiens. Fino a quando non verrà data una conferma ufficiale, i due crani potrebbero persino appartenere a una specie completamente sconosciuta di Homo, oppure, nel caso meno interessante dal punto di vista evolutivo, a una sottospecie orientale dei Neanderthal. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.

[Foto di Xiujie Wu]

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