Metà uomo e metà maiale: le incredibili immagini del mutante creato in laboratorio
Un team di ricerca americano del Salk Institute di Baltimora ha creato embrioni chimera tra uomo e suino, inserendo cellule staminali umane in embrioni di maiale e facendoli sviluppare nell'utero delle scrofe, dove sono sopravvissuti per circa un mese mostrando i primi abbozzi di tessuti ed organi appartenenti alla nostra specie. L'esperimento, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell, è stato portato avanti per verificare la resistenza e il grado di sviluppo delle cellule staminali umane impiantate in un altro organismo affine al nostro, con l'obiettivo futuro (e ancora molto lontano) di produrre organi umani pienamente funzionanti e papabili per un trapianto.
Benché gli embrioni utilizzati abbiano mostrato i primi accenni di organi e tessuti con cellule umane, come fegato, cuore e soprattutto muscoli, le chimere generate erano altamente inefficienti e hanno smesso di svilupparsi tra le tre e le quattro settimane, un risultato ritenuto dai ricercatori nel complesso deludente ma “accettabile” sotto il profilo etico, dato che chimere mature con cellule cerebrali umane solleverebbero un vespaio di polemiche non gestibile.
Gli studiosi, coordinati dal biologo dello sviluppo Izpisua Belmonte, sono passati a questi costosissimi e complessi esperimenti dopo aver trapiantato con successo cellule di topo in un embrione di ratto, nello specifico quelle pancreatiche. Inizialmente il team di ricerca era orientato all'utilizzo di mucche, ma a causa dei costi elevati ha infine optato per i più economici maiali, dei quali ne sono stati utilizzati ben 1.500. La distanza filogenetica tra uomo e maiale è molto superiore di quella tra topo e ratto (circa cinque volte), inoltre questi suini hanno una gestazione decisamente più breve rispetto all'uomo, tutti dettagli che hanno trasformato gli esperimenti in una corsa contro il tempo.
I ricercatori hanno testato diverse tipologie di cellule staminali, e le più efficaci, quelle che hanno permesso alle chimere di sopravvivere per un mese, sono state le pluripotenti intermedie, a metà strada tra le cosiddette “naive” e le “primed”. Oltre alle difficoltà tecniche, questa tipologia di ricerca è così osteggiata e criticata che non viene nemmeno finanziata dal governo federale americano. Alla fine del 2015 il National Institutes of Health (NIH) ha infatti approvato una moratoria economica sullo sviluppo delle chimere, spingendo i laboratori interessati a richiedere fondi privati.
Se ciò avviene in un paese aperto alla sperimentazione come gli Stati Uniti, è evidente quanto la creazione di questi ibridi uomo-animale possa scuotere le coscienze, molto più dei discussi test sui primati non umani. Non è un caso che la Chiesa e parte della comunità scientifica si siano immediatamente scagliati contro l'utilizzo dell'ingegneria genetica per creare questi “mostri”, concepiti dall'uomo che gioca a fare Dio. Il rischio principale è che cellule staminali umane possano migrare nel cervello degli animali, scatenando orrori e sofferenze che non possiamo nemmeno immaginare. Per questa ragione è severamente proibito l'utilizzo dei primati per creare chimere; la nostra vicinanza genetica potrebbe aprire le porte ai peggiori incubi dell'isola del dottor Moreau.
[Foto di Salk Institute]