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Meno calorie allungano la vita?

Un esperimento condotto dai ricercatori spagnoli su alcuni topi confermerebbe come una significativa riduzione nella dieta quotidiana si traduca in un’esistenza più duratura.
A cura di Nadia Vitali
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meno calorie allungano la vita

In principio non esistevano cibi confezionati, inscatolati e surgelati, trasportati da un capo all'altro del mondo in quantità macroscopiche a simboleggiare un mito che, a partire dagli anni ’50, ha vissuto il suo momento di più fulgido splendore: il benessere. In pochi decenni le abitudini alimentari degli individui, in particolar modo di quelli nati e cresciuti nell'Occidente di Stati Uniti ed Europa, hanno subito drastici mutamenti, portando ad un’abbondanza nelle disponibilità di risorse che fino alla fine del XIX secolo (quando bastava una grande carestia per scompaginare l’assetto sociale di un intero Paese, gettando nella fame e nella miseria migliaia di famiglie) era semplicemente un’utopia.

Questo si è tradotto, frequentemente, in una estremizzazione del concetto di "benessere alimentare", spingendo sempre più spesso negli ultimi anni esperti, scienziati e medici a raccomandare caldamente la moderazione a tavola poiché l’eccesso di calorie, ormai facilmente alla portata di quasi tutti, porta a conseguenze sull'organismo che, quando non sono immediate, vanno a costituire dei fattori di rischio mentre si progredisce con l’età. L’ultimo studio sull'argomento, pubblicato dalla rivista PLOS ONE, è stato condotto da un gruppo di ricercatori dello Spanish National Cancer Research Centre di Madrid e sembrerebbe confermare come una riduzione di calorie possa avere degli effetti benefici sull'organismo, abbassando i rischi di andare incontro a tumore e patologie legate all'età.

cromosomi

L’anello che congiungerebbe i due fenomeni sarebbe stato individuato nei telomeri, la regione terminale dei cromosomi preposta alla conservazione delle informazioni durante il processo di duplicazione di questi; tale meccanismo di replicazione comporta il progressivo accorciarsi di tali telomeri. Negli ultimi anni diversi studi hanno spigato come questo fenomeno sia posto in diretta relazione con l’invecchiamento: va da sé, dunque, che telomeri più lunghi in età adulta siano la manifestazione di una maggiore longevità.

Gli scienziati spagnoli hanno quindi deciso di scoprire cosa accadeva ai cromosomi di alcuni topolini nel momento in cui si riduceva l’apporto calorico del 40% ad alcuni giovani esemplari di circa tre mesi d’età. Hanno così avuto modo di constatare come, effettivamente, i telomeri si accorciassero ad una velocità inferiore rispetto alle altre cavie per i quali era stato mantenuto il regime alimentare standard: insomma, quando sono diventati tutti adulti, i telomeri dei topolini “a dieta” risultavano essere più lunghi. Questo, con il procedere delle settimane, ha significato che i cromosomi dei roditori che mangiavano meno presentavano un numero inferiore di anomalie in vecchiaia (quando i telomeri si accorciano perdono anche una parte della propria perfetta funzionalità nel duplicare informazioni), un’incidenza del cancro più bassa del 40% e, in buona sostanza, un’esistenza prolungata in media del 20%, con una significativa riduzione anche di patologie legate all'età quali osteoporosi e disordini del metabolismo.

La restrizione calorica, dunque, può aiutare a vivere meglio e più a lungo? Sembrerebbe di sì e, del resto, lo studio dei ricercatori spagnoli si inserisce in un ricco filone di ricerche sorte negli ultimi anni proprio per cercare di considerare l'impatto degli usi alimentari sull'organismo umano alla luce dei rapidissimi mutamenti culturali che quasi tutte le società del mondo hanno vissuto negli ultimi decenni. Maggiore sedentarietà ed esposizione massiccia ad agenti inquinanti, passando per le singole abitudini di ciascuno: tutto finisce per influire sul corpo e compito degli scienziati è scoprire in che modo e misura. Se è vero che l'esperimento è stato condotto soltanto sui topolini è, quindi, ugualmente ragionevole ricordare come siano diverso i lavori che hanno già messo in correlazione un regime alimentare più parco con una miglior salute e vecchiaia, lasciando sempre più spazio all'ipotesi che la moderazione (non l'astinenza, naturalmente) possa essere la chiave per il benessere, quello vero.

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