Marte, rilevati depositi di ghiaccio d’acqua a pochissimi centimetri dalla superficie
Grazie alle rilevazioni eseguite dagli orbiter, gli scienziati della NASA hanno individuato diverse aree di Marte in cui il ghiaccio d'acqua si trova a pochi centimetri dalla superficie. In alcuni punti esso è presente ad appena 2,5 centimetri al di sotto della regolite marziana. La presenza di depositi di questo preziosissimo composto è nota sin dal 2008, tuttavia solo grazie alle indagini più recenti è stato possibile identificare quelli più superficiali, fondamentali per avviare l'esplorazione del Pianeta Rosso. Non tutti, infatti, sono compatibili con l'atterraggio (o meglio, “ammartaggio”) di un'astronave e con la costruzione di una prima stazione da ricerca scientifica.
L'area più idonea sembra trovarsi alle medie latitudini dell'emisfero settentrionale, dove è presente la grande formazione geologica chiamata Arcadia Planitia. Grazie allo strumento sensibile al calore Mars Climate Sounder del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) e alla telecamera THEMIS (Thermal Emission Imaging System) installata sul Mars Odyssey gli scienziati della NASA hanno individuato una regione dell'Arcadia Planitia in cui ghiaccio d'acqua si trova a meno di 30 centimetri dalla superficie (regioni blu e viola nella mappa qui in alto) e a meno di 60 centimetri (regioni calde). Il nero rappresenta invece i punti in cui un'ipotetica astronave affonderebbe nella regolite marziana. “Non avresti bisogno di un escavatore a benna rovescia per raccogliere questo ghiaccio. Potresti usare una pala”, ha dichiarato l'autore principale dello studio, il dottor Sylvain Piqueux del Jet Propulsion Laboratory della NASA. “Stiamo continuando a raccogliere dati sul ghiaccio sepolto su Marte, concentrandoci sui luoghi migliori in cui gli astronauti possano atterrare”, ha aggiunto lo scienziato.
Ma perché è così importante avere ghiaccio “a portata di mano” per una missione su Marte? La ragione è legata al fatto che dal ghiaccio d'acqua possono essere ottenuti sia acqua potabile che carburante per le astronavi. Si tratta di “materiali” pesantissimi da trasportare, e il peso rappresenta uno dei principali ostacoli per progettare le missioni spaziali, facendo aumentare a dismisura il costo delle stesse. Dunque, poter ottenere carburante e acqua direttamente sul Pianeta Rosso non farà che agevolare la vita degli astronauti e degli ingegneri che progetteranno la prima missione, attesa nel corso degli anni '30. L'emisfero settentrionale è inoltre considerato migliore del meridionale poiché c'è un'atmosfera leggermente più densa e ciò favorisce le delicatissime manovre per la “frenata” e l'atterraggio dei velivoli spaziali. In secondo luogo l'emisfero nord risulta più pianeggiante del meridionale, dunque più idoneo alle attività umane. Naturalmente si prediligono le medie latitudini ai poli per via della luce solare e soprattutto delle temperature; per quanto estreme, infatti, esse sono più miti e dunque richiedono sistemi energetici meno dispendiosi per essere contrastate.
Piqueux e colleghi continueranno a scandagliare il Pianeta Rosso nei prossimi anni, fin quando non riusciranno a identificare il sito esatto per l'atterraggio della prima, storica missione su Marte. I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sul sito ufficiale della NASA e sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters.