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Marinai negativi al coronavirus si ammalano dopo un mese di navigazione: mistero sul peschereccio

57 dei 61 membri dell’equipaggio del peschereccio argentino Etchizen Maru sono risultati positivi al coronavirus dopo circa 30 giorni di navigazione, pur avendo effettuato un tampone prima di partire – con esito negativo – ed essere rimasti in isolamento per due settimane prima di partire. Le autorità non sanno in che modo possano essere stati contagiati.
A cura di Andrea Centini
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Un misterioso focolaio di coronavirus SARS-CoV-2 è scoppiato a bordo di un peschereccio argentino, l'Etchizen Maru, salpato dal porto di Ushuaia oltre un mese fa. In base ai dati comunicati dal Governo della Provincia della Terra del Fuoco, Antartide e Isole dell'Atlantico del Sud, ben 57 dei 61 membri dell'equipaggio sono risultati positivi al patogeno emerso in Cina. In due sono stati trasferiti e ricoverati presso l'Ospedale regionale di Ushuaia, mentre tutti gli altri sono in quarantena sull'imbarcazione e strettamente monitorati dall'autorità sanitaria locale.

Ciò che rende particolarmente anomalo questo focolaio è il fatto che i membri dell'equipaggio, prima di recarsi nella Terra del Fuoco, erano stati sottoposti a tampone rino-faringeo a Buenos Aires su decisione dell'azienda per la quale lavorano, risultando tutti negativi. Giunti a Ushuaia, gli uomini sono rimasti in quarantena / auto-isolamento in un hotel per due settimane prima di salpare. Le autorità che stanno indagando ritengono che non abbiano avuto contatti con la popolazione locale prima di imbarcarsi. Fra l'altro, durante il periodo della loro permanenza il virus non risultava circolante nella provincia, come specificato dal dottor Leandro Ballatore, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive presso l'ospedale regionale di Ushuaia e membro del comitato dell'emergenza COVID.

Alla luce di tutte queste premesse, gli scienziati non hanno idea di come siano rimasti contagiati i pescatori. “È un caso che sfugge a tutta la descrizione che appare nelle pubblicazioni, perché un periodo di incubazione così lungo non è stato descritto da nessuna parte. Non possiamo ancora spiegare come possano essere comparsi i sintomi in alcuni membri dell'equipaggio dopo quasi 30 giorni di navigazione. È piuttosto sorprendente, ma stiamo trattando cinque ipotesi che dobbiamo finire di valutare per stabilire cosa è successo”, ha dichiarato Ballatore. L'ipotesi più probabile è che uno dei tamponi condotti a Buenos Aires abbia dato un falso negativo; ciò avrebbe permesso al virus di diffondersi fra gli uomini durante l'auto-isolamento e far comparire i sintomi solo dopo la partenza verso l'Atlantico, ma al momento non c'è alcuna certezza.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il tempo di incubazione del coronavirus SARS-CoV-2, ovvero il periodo che intercorre tra il contagio e la comparsa dei primi sintomi, spazia dai 2 ai 14 giorni; mediamente la sintomatologia compare dopo circa 5 giorni. Per questa ragione il caso del peschereccio argentino sembra sfuggire totalmente alle evidenze scientifiche, ma attraverso un'approfondita indagine le autorità sono sicure di svelare il mistero.

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