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Mandragora, la pianta “magica” allucinogena: cos’è e quali effetti ha sul cervello

Simile a piante commestibili come gli spinaci e la borragine, la mandragora è una pianta spontanea altamente tossica che provoca dolori addominali, vomito, tachicardia e allucinazioni. Nei casi più gravi di intossicazione può sfociare anche anche nel coma e avere esiti letali.
A cura di Andrea Centini
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La mandragora (Mandragora officinarum) è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae che a causa delle sue proprietà tossiche e allucinogene, accompagnate dalla curiosa forma della radice tipicamente antropomorfa nel periodo primaverile, in passato è stata considerata “magica” e dotata di poteri sovrannaturali in molte tradizioni popolari. In Italia la mandragora (conosciuta anche come mandragola) cresce spontaneamente, e da chi non è esperto può essere facilmente confusa con piante commestibili come la borragine e gli spinaci, con le quali condivide somiglianze nell'aspetto. Non a caso è terminata in diversi casi di cronaca a causa delle intossicazioni.

Cos'è la madragora e com'è fatta

La mandragora, una pianta appartenente al gruppo delle angiosperme dicotiledoni, fiorisce in autunno e presenta caratteristici fiori di un blu tenue. Le foglie, piccole e con peluria appena percettibile, sono allungate e tendenti all'ovale, mentre i suoi frutti, bacche carnose, sono giallastre. La caratteristica distintiva è tuttavia la radice, tipicamente biforcuta, che in determinati esemplari e soprattutto nel periodo primaverile presenta evidenze antropomorfe. Questo dettaglio, in associazione alle sue proprietà, l'ha resa la pianta “preferita dalle streghe”, finendo al centro di numerosi riti esoterici e altrettante credenze popolari.

Perché è velenosa

Come altre piante appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, la mandragora è ricca di alcaloidi che la rendono velenosa e incommestibile, analogamente alla belladonna. Tra le sostanze tossiche in essa presenti troviamo l'atropina, la scopolamina e la josciamina, che tuttavia in concentrazioni adeguate hanno anche proprietà medicinali. Non è un caso che la stessa mandragora nell'antichità venisse utilizzata come potente analgesico, oltre che per agevolare il sonno e le prestazioni sessuali (le si associavano poteri afrodisiaci). In realtà le proprietà dei principi attivi sono soprattutto narcotiche, analgesiche e sedative. L'eccessiva tossicità, tuttavia, ne preclude l'utilizzo in ambito fitoterapico, sebbene diluizioni a base di mandragora possano essere messe a punto da omeopati esperti.

Dolori e allucinazioni: cosa provoca

La tossicità non è uguale in tutte le parti della pianta e quella più elevata si trova proprio nella sua peculiare radice. Gli effetti, che possono possono portare anche al coma e alla morte in caso di grave intossicazione, generalmente sono dolori gastrointestinali, tachicardia, vomito, pressione alta e convulsioni. Se le dosi tossiche superano una certa soglia possono manifestarsi allucinazioni, amnesia ed eccitazione sessuale (da qui il potere ‘afrodisiaco'), similmente a diverse sostanze stupefacenti. Le allucinazioni possono essere sia visive che uditive e sono accompagnate da forti crampi allo stomaco.

Confusa con gli spinaci

La madragora è finita al centro di diversi casi di cronaca perché scambiata con piante commestibili come la borragine, anch'essa spontanea, e gli spinaci. La ragione risiede nella somiglianza tra le piante, che tuttavia presentano alcune differenze agli occhi di un esperto (ad esempio la forma delle foglie e la quantità di peluria). Nel caso di una famiglia finita in ospedale dopo aver consumato verdura surgelata, è possibile che la mandragora sia cresciuta spontaneamente nel campo coltivato e sia stata raccolta, finendo assieme agli spinaci. Sebbene il Ministero della Salute abbia provveduto al ritiro del lotto ‘incriminato', non vi sono ancora conferme ufficiali della presenza della mandragora.

Leggende e Harry Potter

La leggenda più nota legata alla mandragora è quella del pianto ‘assassino' della sua radice quando viene estirpata, ed è legata proprio alla sua forma antropomorfa. Per raccoglierla in sicurezza, secondo la tradizione popolare citata anche da Machiavelli, la pianta andrebbe legata a un cane per l'estirpazione; la procedura condannerebbe l'animale, ma garantirebbe la raccolta in ‘sicurezza'. Il pianto della mandragora è stato protagonista anche nella saga fantasy di Harry Potter, nel capitolo Harry Potter e la camera dei segreti.

[Credit: eriktx]

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