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Malattia di Chagas in Italia: come il parassita del ‘bacio’ entra nel nostro corpo e ci uccide

Una panoramica sulla malattia di Chagas o tripanosomiasi americana, malattia infettiva provocata da un protozoo flagellato trasmesso principalmente dalle cimici triatomine. Tipica del Sud America, la patologia può manifestarsi in due forme, acuta e cronica, la seconda delle quali può avere esito fatale a causa di gravi complicanze cardiache. La malattia di Chagas uccide in media 10mila persone ogni anno.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Erwin Huebner
Credit: Erwin Huebner

La malattia di Chagas, il cui nome tecnico è tripanosomiasi americana, è una patologia innescata da un protozoo che penetra nell'organismo dell'ospite definitivo (l'uomo o un altro mammifero) principalmente a seguito della puntura di una cimice. L'infezione, tipica di Paesi del Sud America, ha iniziato a diffondersi nel resto del mondo, soprattutto negli Stati Uniti meridionali, ma sono coinvolti anche Canada, Giappone e Paesi europei come Spagna e Italia. Caratterizzata da una forma acuta e una cronica, la malattia di Chagas può essere asintomatica, di conseguenza in tanti non sanno di esserne affetti. Poiché il parassita si annida nei tessuti cardiaci e in quelli intestinali, può provocare gravissime complicanze che portano alla morte, come l'insufficienza cardiaca. Molti pazienti vanno incontro a morte improvvisa a causa di fatali aritmie. Tra i sintomi vi sono anche disturbi neurologici, tachicardia, ingrossamento di colon ed esofago, stitichezza e febbre. Se colta precocemente si può curare agevolmente con due appositi farmaci, ma spesso essa resta in forma cronica presentando il “conto” anche a 20 anni dal contagio.

Cos'è la malattia di Chagas

La malattia di Chagas è una patologia infettiva causata dal protozoo Trypanosoma cruzi, il cui vettore principale è rappresentato da cimici ematofaghe (cioè che si nutrono di sangue) della famiglia Triatominae. Nell'80 percento dei casi la malattie si contrae in questo modo: la cimice punge l'uomo per succhiarne il sangue e durante il pasto lascia le sue feci e le urine – contenenti il protozoo – nella zona interessata. Grattandosi per il prurito, il soggetto punto permette al protozoo di infiltrarsi nella ferita, oppure dalla bocca o dagli occhi nel caso dovesse toccarsi dopo lo strofinamento. Negli Stati Uniti è comune riferirsi alle cimici responsabili come “parassiti del bacio” poiché prediligono pungere il volto, normalmente la parte tenuta scoperta durante la notte. Altre vie di contagio sono trasfusioni di sangue infetto, ingestione di cibi e bevande contaminati, trapianto d'organi e trasmissione da madre a figlio durante la gravidanza o il parto.

Il protozoo Trypanosoma cruzi: credit CDC
Il protozoo Trypanosoma cruzi: credit CDC

I sintomi della malattia di Chagas

Il protozoo ha un periodo di incubazione di circa una settimana (più lungo se l'infezione è trasfusionale), dopo il quale la malattia può presentarsi nella forma acuta o cronica, con sintomi di varia gravità che possono anche non manifestarsi, fino alla comparsa delle gravi complicanze tipiche della fase cronica.

  • Fase acuta – Per quanto concerne la fase acuta, caratterizzata dalla presenza di numerosi protozoi in moltiplicazione nell'organismo, i sintomi principali sono febbre, mal di testa, dolori muscolari, insonnia, disturbi intestinali, disturbi respiratori, linfonodi e fegato ingrossati. La zona della puntura può presentarsi ingrossata e dal colore rosso-violaceo: il nodulo prende il nome di chagoma. Se il protozoo penetra dall'occhio si può sviluppare il caratteristico “Segno di Romaña”, un rigonfiamento (edema) poco doloroso a livello delle palpebre che può persistere anche per due mesi. La fase acuta di solito regredisce dopo alcune settimane e circa il 70 percento delle persone infettate entra in una cosiddetta fase indeterminata per tutta la vita; sono sempre contagiose ma non manifestano sintomi di alcun tipo, a causa del basso livello di parassiti nell'organismo. Il 30 percento sviluppa invece la fase cronica.
  • Fase cronica – La fase cronica è la più pericolosa della malattia di Chagas e colpisce soprattutto gli uomini. Il parassita si annida nel tessuto cardiaco dando vita a una serie di condizioni che possono portare alla morte del paziente, anche improvvisamente per arresto cardiaco, scatenato da aritmie fatali o insufficienza cardiaca. Ingrossamento e deterioramento del tessuto miocardiaco, aritmie, tachicardia, dolore al torace sono alcune delle conseguenze più note, che possono manifestarsi anche a 10 o 20 anni dalla puntura della cimice. Poiché i protozoi si insinuano nella muscolatura liscia possono aggredire anche quella del tratto digerente, dando vita a problemi intestinali più o meno gravi: stitichezza, ingrossamento del colon e dell'esofago, dolore addominale e malnutrizione per lo scarso assorbimento dei nutrienti. Possibili anche disturbi neurologici ed encefalopatie, fatali soprattutto per i bimbi più piccoli e i soggetti immunodepressi.

Diagnosi e cura della malattia di Chagas

La diagnosi avviene solitamente attraverso il rilevamento di anticorpi legati alla presenza del protozoo, ma anche con l'osservazione diretta del parassita al microscopio in un campione di sangue. I test seriologici normalmente vengono effettuati in presenza dei sintomi caratteristici della patologia. La cura famarcologica, come indicato, è efficace durante le prime settimane dell'infezione (fase acuta). I farmaci utilizzati per uccidere il parassita sono due, ovvero benznidazole e il nifurtimox, ma la loro efficacia è limitata. Vengono accompagnati da altri medicinali per il trattamento della sintomatologia della malattia. Ad oggi non esiste un vaccino e l'unico metodo per evitare l'infezione è proteggersi dalle punture delle cimici triatomine, ad esempio con zanzariere e disinfestazione.

I numeri della malattia di Chagas

In base alle indicazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, la malattia di Chagas uccide in media circa 10mila persone ogni anno. Quelle infette sono circa 8 milioni, moltissime delle quali non ne sono a conoscenza, con seri rischi per la propria salute e quella degli altri in caso di donazione di sangue e trapianti (per questo sono stati adottati specifici protocolli di sicurezza nei Paesi più a rischio). Si stima che negli Stati Uniti, dove vivono una decina di specie di cimici triatomine, ci siano 300mila contagiati, mentre in Europa sarebbero un terzo o al massimo la metà. Nel nostro Paese le persone infette si stima siano tra le 5mila e le 10mila.

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