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Le mummie erano malate di cuore: umanità geneticamente predisposta alle cardiopatie?

Dopo aver sottoposto 137 mummie ad una TAC è emersa la presenza di aterosclerosi, che secondo alcuni ricercatori potrebbe dimostrare una predisposizione genetica dell’umanità alle malattie cardiache.
A cura di Redazione Scienze
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tac su mummia

“ L'umanità sembra mostrare una particolare vulnerabilità verso le malattie cardiache ”
Dott. Mike Knapton
A nulla valeva l'assenza di fumo, inquinamento e grassi: 4.000 anni fa, secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Lancet, l'uomo già aveva le arterie ostruite. Una TAC eseguita su 137 mummie, provenienti per il 50% dall'Egitto e per il resto dall'America Latina e dall'Alaska, avrebbe infatti evidenziato la presenza di arterie ostruite già nell'antichità, presso popoli che conducevano uno stile di vita ritenuto all'epoca "sano". I 137 corpi erano vissuti in età comprese tra il 3800 aC e il 1900 dC e non è detto che siano morti per malattie cardiache.  Il dottor Randall Thompson, cardiologo al San Luca Mid America Heart Institute a Kansas City e principale autore della ricerca, ha fatto però presente che sui popoli antichi avrebbero potuto agire fattori a noi sconosciuti. Gli anasazi, ad esempio, vivevano in grotte sotterranee tra il Colorado e lo Utah ed è probabile che il fumo prodotto dal fuoco in un ambiente chiuso avesse gli stessi effetti della sigaretta odierna. Tuttavia, lo stesso Thompson riflette che

Sia giusto dire che la gente dovrebbe sentirsi meno in colpa per le malattie cardiache dei tempi moderni. Forse abbiamo ipervenduto l'idea che uno stile di vita sano possa eliminarne completamente il rischio.

La ricerca potrebbe infatti dimostrare che l'aterosclerosi (l'indurimento di arterie medie e grandi) potrebbe far parte del processo di invecchiamento dell'uomo, piuttosto che essere legata a fattori di rischio esterni. Insomma, come ha sintetizzato il dottor Frank Ruehli dell'Università di Zurigo, "L'umanità sembra mostrare una particolare vulnerabilità verso le malattie cardiache". Il dottor Mike Knapton, direttore medico associato presso la British Heart Foundation, frena: "E' un affascinante studio, ma non sono sicuro che si possa dire che l'aterosclerosi sia una parte inevitabile dell'invecchiamento". Le ricerche che hanno dimostrato un legame diretto tra certe abitudini e le malattie cardiache, infatti, non sono smentite dalle patologie riscontrate nelle 137 mummie. Lo stesso Thompson, del resto, ha suggerito uno stile di vita sano, inclusivo di dieta equilibrata e libero da vizi quali il fumo: "Non è detto che si finisca come le mummie".

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