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Maggio 2020 è stato il più caldo di sempre: in Siberia 10° C in più rispetto alla media

Grazie ai dati raccolti dal Copernicus Climate Change Service (C3S) della missione Copernicus, è stato rilevato che maggio 2020 è stato di 0,63° C più caldo rispetto alla media storica. Il dato peggiore in Siberia, dove sono stati registrati ben 10°C in più della media. A causa delle temperature estreme si sta sciogliendo anche il permafrost, il ghiaccio perenne.
A cura di Andrea Centini
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A maggio in Siberia le temperature di alcune aree sono state di ben 10° C superiori rispetto alla media storica, quella tra il 1981 e il 2010, presa come punto di riferimento per valutare le oscillazioni climatiche. Si tratta della misurazione più estrema nella regione russa, da quando viene tenuta traccia delle temperature globali. L'anomalia della Siberia, i cui primi segnali erano stati registrati dagli scienziati sin dall'inizio dell'anno, riflettono il dato a livello globale: maggio 2020 è stato infatti il più caldo di sempre, di 0,63° C in più rispetto al dato storico. In Europa, tuttavia, è stato più “fresco” rispetto ai precedenti record.

I dati sulle temperature globali del mese di maggio sono stati rilasciati dal Copernicus Climate Change Service (C3S) della missione Copernicus, precedentemente nota come Global Monitoring for Enviroment and Security (GMES). È il programma di monitoraggio della Terra con satelliti gestito in sinergia tra Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (ESA). Oltre a mappare oceani, terra e foreste, tenere nota delle temperature globali e valutare lo scioglimento dei ghiacci, i sensori e gli strumenti dei satelliti della missione Copernicus tengono anche traccia della qualità dell'aria che respiriamo.

Come specificato, il dato più anomalo è rappresentato da quello della Siberia, dove a causa delle temperature estreme si sta sciogliendo anche il permafrost, quello che, come suggerisce il nome, dovrebbe essere il ghiaccio permanente. Si tratta di un problema enorme per varie ragioni: sepolti sotto gli strati di permafrost si trovano grandi depositi di gas a effetto serra (principalmente metano e anidride carbonica) che una volta liberati in atmosfera contribuiscono al riscaldamento globale, ma anche patogeni sepolti da secoli che potrebbero tornare in circolazione una volta portati alla luce. Lo scioglimento del ghiaccio perenne rappresenta anche un problema strutturale per infrastrutture e complessi urbani che vi poggiano sopra le fondamenta. Da non sottovalutare anche il rischio incendi catastrofici, come quelli verificatisi lo scorso anno sia in Siberia che in Alaska. Sui fiumi siberiani Ob e Yenisei, a causa delle temperature record, è stata registrata la rottura precoce del ghiaccio fluviale.

Tornando ai dati delle temperature di maggio, come specificato è stato il più caldo a livello globale, ma non europeo (l'Europa si “consola” con la primavera più calda di sempre, con una media di ben 0,7° C superiore alla media). Temperature al si sotto della media sono state registrate tra Scandinavia e Balcani, mentre superiori alla media sono state rilevate in Europa Sud Occidentale e Nord Orientale. Maggio 2020 è stato più caldo di 0,05 ° C rispetto a maggio 2016, cui spettava il precedente primato, e di 0,09 ° C rispetto a maggio 2017, il terzo in classifica. Il mese di aprile in Europa era invece stato di 1,3°C più “rovente” rispetto alla media.

Il mese scorso è stato registrato un significativo calo del ghiaccio marino sia al Polo Nord che al Polo Sud, un fenomeno che alimenta a sua volta il riscaldamento globale. Le superficie ghiacciate bianche riflettono infatti i raggi solari (albedo), ma quando si sciolgono il calore viene assorbito da mari e oceani e dunque dalla Terra, contribuendo ai cambiamenti climatici con un circolo vizioso.

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