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L’obesità può provocare depressione e ora sappiamo perché: il cibo grasso influenza il cervello

L’obesità può essere la causa di depressione nelle persone con molti chili di troppo, adesso, per la prima volta, gli scienziati sono riusciti a comprendere le cause di questo legame e le attribuiscono ai cibi grassi e a come interagiscono con il nostro cervello. Vediamo insieme come depressione, obesità e cibi grassi sono legati tra loro.
A cura di Zeina Ayache
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Dieta con pochi grassi
Dieta con pochi grassi

Il cibo grasso influenza il nostro cervello e scatena meccanismi che possono indurre la depressione, questo spiega perché le persone obese hanno più probabilità di sviluppare il disturbo dell’umore. Vediamo insieme come gli scienziati siano giunti a questa conclusione, e dunque come la dieta possa influire sul nostro umore, e a cosa porterà questa questa scoperta. Ecco perché obesità e depressione sono legate tra loro.

Cibo e cervello. Gli scienziati sono riusciti a dimostrare sui topi che il consumo eccessivo di grassi saturi può non solo portare ad obesità, che è diventato un problema di salute sempre più diffuso oggi, ma anche a depressione. La colpa è di un enzima che interagisce nel nostro cervello e chiamato fosfodiesterasi. In pratica quando gli acidi grassi saturi entrano nel cervello attraverso il sangue si accumulano nell’ipotalamo, l’area collegata al sistema metabolico e alla depressione, qui interagiscono con i segnali che portano allo sviluppo del disturbo dell’umore. “Questa è la prima volta che qualcuno ha osservato gli effetti diretti che una dieta ricca di grassi può avere sulle aree di segnalazione del cervello legate alla depressione. Questa ricerca può aiutarci ad iniziare a comprendere come e perché l’obesità sia legata alla depressione e come possiamo potenzialmente trattare meglio i pazienti con queste condizioni”.

Trattamenti inefficaci. Questo studio è importante poiché aiuta a comprendere meglio i meccanismi degli antidepressivi sulle persone obese depresse, per le quali appunto risultano meno efficaci, e a sviluppare di nuovi più indicati.

Comfort food controproducente. Siamo abituati a pensare ai cibi grassi come a comfort food, cioè alimenti che ci tirano su di morale quando siamo tristi, purtroppo però mangiarli scatena un circolo vizioso: inizialmente ci sentiamo meglio, ma i grassi interagiscono con il nostro cervello dove si consolidano poi emozioni negative. L’idea sarebbe dunque quella di ridurre l’apporto di grassi non solo per una questione di forma fisica, ma anche di salute mentale.

Lo studio, intitolato “A high-fat diet promotes depression-like behaviour in mice by suppressing hypothalamic PKA signalling”, è stato pubblicato su Translational Psychiatry.

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