Lo Yeti trovato dall’esercito indiano: ecco la verità sulle ‘impronte’

L'esercito indiano ha annunciato su Twitter di aver trovato le impronte dello Yeti, la gigantesca e leggendaria creatura dall'aspetto antropomorfo – conosciuta anche col nome di “abominevole uomo delle nevi” – che vivrebbe sulla catena himalayana. I soldati si sarebbero imbattuti nelle orme dell'essere mitologico lo scorso 9 aprile al confine con Tibet e Nepal, nei pressi del campo base di Makalu, la quinta vetta più alta del Pianeta. Al post, pubblicato il 29 aprile, il social media manager dell'esercito indiano ha allegato alcune foto delle impronte e indicato le dimensioni delle stesse, ovvero 81×38 centimetri. L'esercito ha deciso di rendere pubblica la scoperta solo dopo venti giorni, per permettere l'analisi di video e immagini agli esperti della “materia”.
Scherno. Com'era prevedibile, il profilo dell'esercito indiano – che ha ben 6 milioni di follower – è stato bersagliato da commenti sarcastici, meme e veri e propri insulti, ma non manca anche chi chiede informazioni più dettagliate su questa curiosa scoperta. Al di là delle dimensioni delle presunte impronte, risulta interessante il fatto che si tratta di tracce singole e non doppie, come se lo Yeti stesse saltellando su una gamba/zampa sola. Non a caso qualcuno ha scritto che la creatura "stava giocando a Langdi taang", la variante asiatica del nostro gioco della campana. Nel tweet dell'esercito si fa riferimento allo Yeti come a una bestia, e alcuni hanno chiesto maggiore “rispetto”, sottolineando che sarebbe meglio chiamarlo uomo.
Criptozoologia. Il mito dell'abominevole uomo delle nevi è noto da centinaia di anni, ma è diventato di dominio pubblico dall'inizio del XIX secolo, grazie alle spedizioni occidentali sempre più numerose sulla catena himalayana. I presunti avvistamenti si sono succeduti sino in tempi recenti, ma non è mai stata portata alcuna prova scientifica a sostegno dell'esistenza della creatura. Lo Yeti, dunque, è perfettamente inquadrato nel campo della criptozoologia assieme ad illustri “colleghi” come il mostro di Lochness, il Bigfoot, il chupacabra e affini.
La smentita. Benché l'esercito indiano abbia consultato vari esperti prima di pubblicare le immagini e avanzare l'ardita ipotesi, è arrivata quasi immediata la smentita da parte dell'esercito nepalese. Il generale e portavoce Bigyan Dev Pandey ha dichiarato all'Hindustan Times che le truppe indiane erano accompagnate da uomini nepalesi; in seguito a verifiche con sherpa e abitanti dei villaggi limitrofi è stato determinato che quelle orme sono tutto fuorché inconsuete; appartengono infatti a un orso selvatico. Già in passato altri presunti indizi legati allo Yeti erano tracce lasciate dagli orsi.