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Lo studio che difende le sigarette elettroniche

Nel report, presentato domani nella Sala degli Atti Parlamentari del Senato, si ricorda che il maggior numero di consumatori di e-cig è costituito da giovani, mentre è la Campania la regione in cui sono più diffuse.
A cura di Redazione Scienze
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Il boom delle sigarette elettroniche (nel 2010 erano 750mila, nel 2012 3,5 milioni) ha portato le autorità ad interrogarsi sui possibili e associati pericoli alla salute pubblica, tanto più che la stessa diffusione è stata potenziata dalla convinzione che le sigarette elettroniche siano molto meno dannose di quelle classiche. Nell'ultimo anno si sono susseguiti diversi studi, molti dei quali hanno confermato – seppure con sfumature diverse – le iniziali convinzioni degli estimatori delle e-cig. Arriva ora anche l'esito di uno studio condotto da I-Think, associazione co-fondata anche dal sindaco di Roma Ignazio Marino. Il rilievo politico degli studi sul tema è evidenziato dal luogo in cui saranno resi pubblici i risultati dello studio di I-Think: alle 10.30 del 17 luglio il report verrà presentato nella Sala degli Atti Parlamentari del Senato. Nella presentazione si ricorderà che dei fumatori di e-cig, la maggioranza – circa un milione – è costituita da giovani. Il vantaggio delle sigarette elettroniche, secondo il report, è doppio: da un lato il prodotto risulterebbe meno dannoso per l'assenza degli elementi cancerogeni liberati dalla combustione; dall'altro le e-cig comportano un risparmio di più di 1000 euro annui. Secondo la ricostruzione di I-Think una spesa annuale di sigarette tradizionali del valore di 1460 euro corrisponderebbe a un consumo di e-cig del valore di 350 euro. La regione in cui il consumo di sigarette elettriche è maggiore è la Campania.

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