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L’Italia di nuovo nello spazio con due missioni speciali: lanciati COSMO-SkyMed e CHEOPS

A bordo del vettore Soyuz, alle ore 9:54 ora italiana, sono state lanciate due nuove missioni spaziali che vedono coinvolta l’Italia: una è quella dei satelliti COSMO-SkyMed e l’altra è quella di CHEOPS per gli esopianeti. Vediamo insieme cosa c’è da sapere, a cosa servono queste due spedizioni e com’è coinvolto il nostro Paese.
A cura di Zeina Ayache
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Credit: ESA
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Il vettore Soyuz è stato lanciato dalla base spaziale europea di Kourou, nella Guyana Francese, alle ore 9:54 italiane dopo un rinvio di 24 ore (doveva infatti essere lanciato ieri). Vediamo insieme cosa c’è a bordo del Soyuz e cosa dobbiamo sapere sulle due nuove missioni spaziali che vedono coinvolta l’Italia.

Cosa c’è a bordo del Soyuz?

Il Soyuz sta trasportando il primo satellite COSMO-SkyMed di Seconda Generazione (CSG), che è il frutto del lavoro dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e del Ministero della Difesa, il satellite CSG, che si occuperà dell’Osservazione della Terra, e l’attesa sonda CHEOPS, dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il cui compito sarà invece aiutarci a conoscere meglio gli esopianeti, cioè i pianeti fuori dal sistema solare.

Nello specifico l’Italia è coinvolta con i satelliti COSMO-SkyMed e con la sonda CHEOPS.

Cosa sono COSMO-SkyMed

Per quanto riguarda i satelliti COSMO-SkyMed, si tratta di satelliti di nuova generazione che rappresentano un’eccellenza italiana a livello mondiale e che ci permetteranno di essere sempre più rilevanti nel settore. Il primo lancio della seconda generazione di satelliti COSMO-SkyMed permetterà di continuare a monitorare il nostro Pianeta e di acquisire meglio e più dati sulle sue condizoni.

Cos'è CHEOPS

Per quanto riguarda invece CHEOPS (CHaracterising ExOPlanet Satellite), si tratta di una sonda che rappresenta un osservatorio dell’Agenzia Spaziale Europea per la caratterizzazione dei pianeti potenzialmente simili alla Terra che già sono stati individuati e per i quali è necessario raccogliere più informazioni. Nello specifico CHEOPS, alla cui realizzazione ha contribuito anche l’Italia, permetterà di conoscere le dimensioni di questi esopianeti che, messe in relazione con i dati riguardanti le masse precedentemente raccolti, porteranno gli scienziati di comprendere meglio la tipologia di esopianeta analizzato.

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